È il metodo di coltivazione più ‘verde’ ed ‘ecosostenibile’ che si conosca; capace di fare risparmiare oltre il 90% dell’acqua di solito usata per l’irrigazione, di limitare considerevolmente il consumo di suolo e quanto più distante possibile dall’impiego di elementi chimici dannosi. L’acquaponica è il futuro che guarda al passato. Perché la combinazione tra l’allevamento di pesci e la coltivazione di piante, alla pari di altre tecniche di coltivazione fuori suolo, si conoscevano già – per esempio – nell’antica Cina. Oggi, spinti dalla necessità sempre più pressante di risparmiare acqua e consumare meno ettari di suolo, è stata recuperata alla luce di tecnologie più moderne ed efficaci, che riescono a creare un ecosistema integrato e biologico attraverso il ricircolo dell’acqua. E si propone come tecnica dalle enormi potenzialità in un futuro che – ormai per forza di cose – dovrà essere sempre più green. È a quelle potenzialità, a quel futuro, che si guarda anche a Crotone, dove la Fondazione Pinta, con il supporto dell’azienda veneta Moretto Farm, sta realizzando un impianto sperimentale per la produzione di frutta e verdura in acquaponica con i discenti del corso ITS Ortofrutticolo, finanziato dalla Regione e dal MIUR.
L’acquaponica unisce dunque l’allevamento di animali acquatici e la coltivazione fuori suolo in un riciclo d’acqua chiuso e continuo. L’acqua delle vasche in cui vengono allevati i pesci viene pompata in quelle che contengono le piante, che la filtrano nutrendosi delle sostanze di scarto rilasciate dai pesci. L’acqua così filtrata viene reimmessa nelle vasche per acquacoltura così da riprendere il ciclo.
Interviste a
Maria Bruni – presidente Its Pinta
Andrea Zorzi- Moretto Farm