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Aemilia: confiscati beni per 8 milioni e mezzo ad un esponente della cosca Grande Aracri di Cutro

Il soggetto, Antonio Muto, condannato in via definitiva a 10 anni e 8 mesi di reclusione faceva da raccordo tra la cosca e le istituzioni locali

La Direzione distrettuale antimafia, su richiesta del procuratore generale di Bologna, ha dato esecuzione ad un provvedimento di confisca di beni del valore di 8 milioni e mezzo di euro ad un esponente di spicco della cosca Grande Aracri di Cutro. Si tratta di Antonio Muto, classe 1955, attualmente detenuto presso il carcere di Bologna, dopo la condanna definitiva avvenuta il 7 maggio 2022 a 10 anni e 8 mesi di reclusione nell’ambito del processo Aemilia. Il condannato è considerato un esponente di spicco della cosca in territorio emiliano, oltre che raccordo tra la ‘ndrangheta e le istituzioni locali, consentendo l’espansione ed il rafforzamento del dominio sul territorio. L’attività investigativa ha consentito di individuare un patrimonio nelle disponibilità del condannato nettamente superiore rispetto alla situazione redditizia dichiarata.  L’ordinanza di confisca ha interessato 50 immobili, tra cui una villetta di pregio a Reggio Emilia, capannoni industriali, terreni, una società immobiliare, un automezzo e 12 rapporti bancari. L’intero patrimonio, passato definitivamente nelle mani dello Stato, sarà amministrato dall’Agenzia Nazionale del Beni Sequestrati e Confiscati.

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