“O lo voti o non lavori”. Le parole non sono state letteralmente queste, ma per la Procura di Paola il senso della richiesta avanzata alla vigilia delle comunali dell’11 giugno scorso ad Amantea dall’ex sindaco e già consigliere regionale Franco La Rupa in favore di un candidato al consiglio comunale poi eletto con la maggioranza, Marcello Socievole, certamente era quello. Ed è sulla base di questa conversazione – registrata dall’interlocutore di La Rupa, Fabio Innocenti, vice sindaco di un altro comune del cosentino, Serra D’Aiello – che si basa l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per La Rupa e Socievole eseguita stamani dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza. I due sono accusati di voto di scambio e tentata estorsione e Socievole, imprenditore e presidente della locale squadra di calcio, anche di tentata violenza privata. “Tu ci tieni anche a Vanessa … che il 30 le scade il contratto e io dopo non ti posso aiutare. Mi scoccia poi doverla difendere perché è un peccato, ha un posto di lavoro … vi dovete sposare”, dice La Rupa a Innocenti. In ballo c’è il rinnovo del contratto di lavoro a termine in una scuola materna gestita dal Comune di Amantea attraverso una cooperativa. Per La Rupa la ragazza rischia di “rimetterci le penne” e consiglia al giovane di convincere la fidanzata e la famiglia di lei a votare Socievole. “Vai da lei – dice – e le spieghi: è venuto La Rupa di persona, si è preso l’impegno lui per farti il rinnovo e compagnia bella, questi vincono che cacchio dobbiamo fare …”. Parole che per il gip Rosaria Mesiti fanno apparire certo che se la famiglia non avesse votato per Socievole e quindi per la coalizione sostenuta da La Rupa, ci sarebbe stata “la perdita sicura del posto di lavoro” la cui “prosecuzione solo l’elezione di Socievole e della sua lista avrebbe potuto garantire”. I due, quindi, sarebbero responsabili di “un grave stato di soggezione e di timore tale da limitare, per paura, finanche la propria libertà di azione pur di evitare ritorsioni”. La Rupa e Socievole, per il gip, “hanno mirato ad approfittare delle notorie difficoltà lavorative ed economiche dei fidanzati, tanto da avvicinarli e minacciarli proprio facendo leva su tali difficoltà e sulla necessità di una stabilizzazione occupazionale, in vista di un futuro coniugale e familiare”. Socievole era anche intervenuto per cercare di far cancellare la registrazione, prospettando – da qui l’accusa di tentata violenza privata – l’avvio di un’ingiusta azione giudiziaria. Tentativo andato a vuoto perché Innocenti è andato dai carabinieri ed al procuratore di Paola Pierpaolo Bruni ed al pm Anna Chiara Fasano ha riferito di averlo fatto perché si sentiva “minacciato perché conosco bene Franco La Rupa e so cosa è capace di fare”. La Rupa era stato coinvolto, nel 2007, nell’inchiesta “Nepetia” venendo assolto dall’accusa di collusione con le cosche di ‘ndrangheta della costa tirrenica cosentina. Coinvolto anche in un’altra operazione, Omnia, La Rupa è stato condannato in primo e secondo grado con l’accusa di avere pagato un boss in cambio di voti, ma la Cassazione ha annullato con rinvio la condanna. Il sindaco di Amantea, Mario Pizzino, ha parlato di “fulmine a ciel sereno”, e si è detto convinto che Socievole “proverà la sua estraneità ai fatti”. Intanto gli ha ritirato le deleghe speciali che gli aveva affidato come consigliere: fiera, mercati, infrastrutture sportive, fondi comunitari ed energie rinnovabili. (Ansa)
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