Tra le 48 persone coinvolte nella maxi operazione “Basso profilo” – oltre al segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa, che ha rassegnato le dimissioni dall’incarico (LEGGI QUI), vi è anche l’assessore regionale Franco Talarico, numero uno dello scudo crociato in Calabria, finito agli arresti domiciliari. A Talarico gli inquirenti avrebbero trovato pacchetti di voti su Reggio Calabria, quando lo stesso si era candidato nella città dello Stretto; i pacchetti voti riconducibili alle cosche De Stefano e Tegano. Talarico è accusato di associazione di tipo mafioso (416 bis primo comma) e voto di scambio, ritenuto colpevole di aver consapevolmente chiesto voti a cosche De Stefano e Tegano.
A quanto appreso dalla conferenza stampa convocata dagli inquirenti – in corso proprio in questi minuti – si tratta di un’indagine su affari per 250 milioni di euro. Coinvolto il notaio Rocco Guglielmo di Catanzaro, interdetto per un anno e divieto di dimora. Coinvolto Tommaso Brutto, ex consigliere comunale di Catanzaro; l’imprenditore Antonio Gallo (settore forniture varie sicurezza e pulizia, Gallo Antinfortunistica Srl) attraverso Brutto sarebbe riuscito ad arrivare a Talarico.
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