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Beni confiscati in Calabria, Libera: “Trasformare questo patrimonio in opportunità per il Paese”

Nella regione sono 59 i progetti approvati, per un importo di 58 milioni di euro

Sono 145 i soggetti che gestiscono beni confiscati in Calabria, secondo quanto reso noto dal dossier di Libera in occasione dell’anniversario della  legge n. 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie. Libera ha censito le esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati. Il 60% sono associazioni, il 18% Coop sociali e consorzi di cooperative,  il 12% enti ecclesiastici, 5 enti pubblici e 4 fondazioni. Di questi, 78 soggetti gestori svolgono attività che sono direttamente legate a servizi di welfare per la comunità, 23 si occupano di promozione del sapere, del turismo sostenibile e della cultura. Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia Beni confiscati in Calabria  sono 1.921 i beni immobili in gestione, 3.127 quelli confiscati e destinati. Ben 120 soggetti gestori svolgono le loro attività in appartamenti, a volte con box auto o con dei piccoli giardini; 24 esperienze hanno in gestione delle ville, mentre sono poche le esperienze di gestione di terreni a uso agricolo.

In Calabria sono 59 i progetti approvati e finanziati che interessano 35 enti per un importo complessivo di circa 58 milioni di euro  secondo il decreto dell’Agenzia per la Coesione territoriale con la graduatoria dei soggetti assegnatari dei finanziamenti previsti dal PNRR per la rifunzionalizzazione dei beni confiscati nelle regioni meridionali. In occasione dell’anniversario Libera ha elaborato  i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (al 25 febbraio 2022): in Calabria  sono 3.127 i beni immobili (particelle catastali) destinati ai sensi del Codice antimafia mentre sono  in totale 1921 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Sono invece 227 le aziende destinate mentre sono 326 quelle ancora in gestione.

“Dopo 27 anni dalla legge 109 – commenta Tatiana Giannone, responsabile nazionale Beni Confiscati di Libera sono 991 soggetti dell’associazionismo, realtà del mondo religioso, gruppi dello scautismo e della cooperazione che, ogni giorno, danno una nuova vita ai beni confiscati, rendendoli sempre di più luoghi comuni. Producono un’economia sana e pulita, che non guarda al profitto ma allo sviluppo della persona e delle sue abilità, un’economia sostenibile e con la mano tesa verso l’ambiente. Nei prossimi mesi continueremo la nostra attività di monitoraggio per arrivare a una grande assemblea nazionale, con tutti i soggetti che lavorano sui beni confiscati alle mafie e ai corrotti. Forte il nostro impegno anche per non far spegnere il dibattito politico e legislativo su questi temi: non siamo disposti ad accettare attacchi alla normativa sulle misure di prevenzione e sul riutilizzo, che riteniamo uno degli strumenti più importanti per il contrasto alle mafie e alla corruzione. Servono, invece, strumenti sempre più precisi e sistematizzati per gestire il grande numero di beni immobili e di aziende confiscate, per poter trasformare questo patrimonio in vera opportunità per il Paese.”

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