sabato, 02 dicembre 2023

Castrolibero, gli studenti ritornano in classe dopo l’occupazione e si scusano per gli atti vandalici

Dopo quindici giorni di occupazione, si ritorna sui banchi: nelle prossime ore l'Usr dovrebbe nominare un dirigente scolastico reggente fino a fine anno

Hanno ripreso regolarmente le lezioni gli studenti del polo scolastico ‘Valentini-Majorana’ di Castrolibero, dopo quindici giorni di occupazione. La sospensione delle attività didattiche era iniziata il 3 febbraio scorso, quando i ragazzi avevano occupato la scuola per denunciare presunti episodi di molestie perpetrate nel tempo da un professore di matematica e fisica e atteggiamenti vessatori esercitati da altri docenti nei riguardi di alcuni studenti. Secondo quanto dichiarato dagli alunni, la dirigente scolastica Iolanda Maletta “era a conoscenza di questi episodi e avrebbe insabbiato ogni episodio”. Poi, l’invio degli ispettori ministeriali e l’allontanamento della preside. Nelle prossime ore l’Ufficio scolastico regionale nominerà un dirigente reggente che certamente guiderà la scuola fino alla fine dell’anno scolastico.
Intanto, prosegue l’attività di indagine avviata dalla Procura di Cosenza.

«È un misto fra senso di responsabilità e rammarico quello che noi studenti del Valentini-Majorana avvertiamo in questo momento. Non rifuggiamo le nostre colpe, anzi le affrontiamo e ce ne prendiamo la totale responsabilità. Ci scusiamo, anche se non è abbastanza, con il personale ATA, persone, lavoratori che ci sono stati particolarmente vicini questi giorni e che potrebbero essere i nostri genitori». E’ quanto fanno sapere in una nota i ragazzi dopo la scoperta di atti vandalici avvenuti nell’istituto durante l’occupazione. « Apprese le deplorevoli notizie su come la nostra scuola fosse stata ridotta – continuano – la nostra prima reazione è stata offrirci di pulire, rimediare a un danno che, seppur si potrebbe conoscere chi lo ha commesso grazie al sistema di videosorveglianza, avvertiamo come una nostra mancanza. Non siamo riusciti a difendere la struttura che dopo quindici giorni riusciamo sinceramente a definire davvero la nostra seconda casa. Non ci perdiamo in sensi di colpa velleitari, siamo pronti a prenderci responsabilità di qualsiasi tipo per ciò che è successo. Siamo però anche rammaricati, quasi offesi, che qualcuno abbia avuto l’ardire di dire che questa brutta faccenda getta un’ombra sulle vicende per cui protestiamo, come se i danni sulla psiche inflitti dalle molestie fossero pulibili o riparabili. Noi non siamo eroi, non vogliamo essere trattati come tali, abbiamo agito è vero, ma solo dopo anni in cui queste nostre compagne sono state molto sole. In ogni rivolta possono succedere questi tipi di disagi, ciò non giustifica i danni arrecati alla nostra scuola, significa unicamente che di eroi non ne esistono e se esistessero risulterebbe ancora più assurdo pretendere che ragazzi tra i 14 e i 18 anni in piena formazione lo siano».

«Stiamo imparando in questi giorni che cos’è finalmente la giustizia e stiamo imparando attraverso i nostri sbagli – conclude la nota – siamo 1400 studenti che fino a poco tempo prima non si conoscevano nemmeno, abbiamo appreso solo adesso cos’è una comunità scolastica, lo abbiamo appreso ritrovandoci tutti in cortile a lottare per i medesimi motivi. Ripeto ancora una volta che ciò non ci giustifica, chiediamo solo di riflettere un po’ di più prima di giudicarci. Dal canto nostro abbiamo molti sbagli su cui riflettere, possiamo però assicurare che chi ha offeso la nostra scuola verrà da noi stessi allontanato celermente. La nostra protesta è nata per chiedere l’intervento delle autorità, per richiamare chi doveva agire e non lo ha fatto alle proprie responsabilità e certamente noi adesso non verremo meno alle nostre».