“Nel 2022 sono arrivati via mare in Italia 105.129 migranti, di cui 13.386 minori non accompagnati. Il sistema di accoglienza nazionale ha registrato alla fine del 2022 un totale di presenze pari a 107.677 persone”. Lo dice il Rapporto annuale 2023 del Centro Astalli per i Rifugiati che denuncia una disparità di trattamento rispetto ai rifugiati ucraini. Nel 2022 – si legge nel Rapporto, in un paragrafo significativamente intitolato “Accogliere i rifugiati con dignità è possibile. La lezione che l’Italia non vuole imparare” – il numero di persone in fuga ha superato la soglia dei 100 milioni nel mondo. Solo una piccola percentuale di questi cerca di arrivare in Europa. Le due vie principali di accesso sono quella del Mediterraneo e della rotta balcanica, percorse da chi è costretto, in mancanza di canali d’ingresso legali e sicuri, ad affidarsi ai trafficanti e ad affrontare viaggi lunghi e pericolosi. Sono state circa 5 milioni le persone che hanno fatto ingresso in Ue dall’Ucraina dall’inizio del conflitto. Di queste 170mila sono arrivati in Italia nel corso dell’anno”. “La maggior parte – continua il Report – è stata ospitata da connazionali già residenti in Italia e solo circa il 20% in strutture d’accoglienza del sistema pubblico, fugando così un’iniziale apprensione per l’impatto che la guerra avrebbe avuto sul sistema nazionale. Purtroppo l’esperienza della crisi ucraina non è bastata a fare una riflessione profonda su accoglienza e integrazione dei rifugiati. Anzi, in non poche occasioni nell’esperienza del Centro Astalli, è sembrato come se ci fossero due percorsi paralleli: uno per gli ucraini e uno per tutti gli altri. In realtà si tratta di persone che si trovano nella medesima condizione. Afgani, siriani, somali, nigeriani sono tra le principali nazionalità di rifugiati accompagnati nelle varie sedi territoriali del Centro Astalli: anch’essi in fuga da guerra e persecuzioni”. “La protezione temporanea concessa ai cittadini ucraini – sottolinea quindi il Rapporto del Servizio ai Rifugiati dei Gesuiti -, la possibilità di accedere da subito al mondo del lavoro, l’opportunità di ricevere direttamente dei contributi economici e un sistema di accoglienza che ha risposto tempestivamente ai bisogni delle persone, sono state misure importanti che avrebbero potuto essere capitalizzate. Invece i primi passi del nuovo Governo, dopo l’ennesimo braccio di ferro compiuto mentre i migranti erano sulle imbarcazioni in attesa di un porto sicuro, si sono concentrati su una rinnovata lotta alle Ong che si occupano del salvataggio in mare. E neanche le vittime del naufragio di Cutro hanno sortito alcuna reazione politica di umanità, nonostante la società civile abbia chiesto con forza un cambiamento”.
Centro Astalli: disparità di trattamento tra migranti sbarcati e ucraini, ma tutti fuggono dalla guerra
Neanche i morti di Steccato di Cutro, secondo il report per i rifugiati, "hanno sortito alcuna reazione politica di umanità"13 Aprile 2023 11:16

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