Multe salate, da 400 a 3 mila euro, per chi viola le regole anti-contagio. E la possibilità, per le singole regioni, di adottare misure più dure di quelle nazionali, dopo averle però concordate col governo, se il contagio si acuisce. Inoltre, verrà punito col carcere da uno a cinque anni chi è in quarantena perchè positivo al coronavuirus ed esce intenzionalmente di casa, violando il divieto assoluto di lasciare la propria abitazione e soprattutto commettendo il reato di attentato contro la salute pubblica, perché si favorisce la diffusione dell’epidemia. Lo prevede il nuovo decreto messo a punto ieri dal Consiglio dei Ministri che inasprisce le sanzioni delle misure anti-coronavirus.
Il nuovo decreto prova a mettere ordine tra le ormai tante norme varate in un mese, dopo la creazione delle prime zone rosse. Esso elenca 28 fra restrizioni e regole, accorpando quelle adottate coi diversi decreti del Presidente del Consiglio: dallo stop agli spostamenti alla possibile chiusura di strade e parchi, cinema e ristoranti. L’orizzonte temporale è il 31 luglio, perché fino a questo momento la fine dell’emergenza, dichiarata a gennaio, è fissata proprio a fine luglio. Questo ha fatto temere che la clausura a cui gli italiani sono sottoposti da due settimane debba protrarsi ancora per quattro mesi, ma Conte ha tranquillizzato gli italiani sul fatto che non staranno chiusi in casa per così tanto tempo. Sulle singole misure si deciderà di mese in mese, in base ai dati del contagio.
Ma la decisione più attesa, e temuta, era ovviamente quella sulle sanzioni per chi esce di casa senza un motivo valido o urgente, un passaggio assai impopolare sul quale i ministri hanno discusso a lungo fino a quando hanno deciso di abbassare i tetti delle estremità delle misure sanzionatorie. Per chi non rispetta le regole, la contravvenzione minima sarà di 400 euro, cento in meno di quanto proposto inizialmente, la massima di 3 mila, contro i 4 mila della proposta originaria. Tuttavia, se la violazione è commessa a bordo di un veicolo la sanzione sarà aumentata fino ad un terzo. Il ministro della giustizia, Bonafede, aveva proposto di abbassare ulteriormente le soglie, ma il Consiglio dei ministri ha preferito tenere alta l’asticella per scoraggiare i furbi che continuano ad ignorare i divieti.
E se poi a violare la quarantena è una persona risultata positiva al virus, come detto la punizione sarà il carcere, con pene variabili da uno a cinque anni. Per chi tenta di aggirare il divieto non è prevista la confisca di auto, moto e veicoli, ma all’articolo 1 il decreto limita non solo la possibilità di allontanarsi dalla propria residenza, ma anche la libertà di uscire ed entrare nel territorio nazionale: una sottolineatura ispirata dal timore che, superata la crisi epidemica, il virus possa rientrare con un’ondata di ritorno, magari da un Paese vicino, visto anche l’aumento dei casi e dei decessi in Francia e Spagna, ad esempio.