E’ quella di Cosenza, nell’ultimo biennio, la provincia della Calabria che meno ha consumato suolo, in termini percentuali; seguono Catanzaro, Reggio Calabria, Crotone e Vibo Valentia. Mentre la Calabria è ben al di sotto della media nazionale (i dati sono stati raccolti e processati dall’Arpacal), i numeri complessivi che interessano il Sistema Paese non sono affatto rassicuranti.
Il consumo di suolo in Italia, infatti, è aumentato anche nel 2017. La superficie naturale si è ridotta di ulteriori 52 km2 l’anno scorso: ogni due ore viene costruita un’intera piazza Navona, ogni secondo vengono coperti con cemento o asfalto 2 metri quadrati di territorio. Il consumo di suolo è in aumento nelle regioni in ripresa economica, come nel Nord-Est del Paese, e invade aree protette e a rischio idrogeologico, soprattutto lungo le coste e i corsi d’acqua. Il costo stimato supera i 2 miliardi di euro all’anno, per la perdita di capacità di stoccaggio di carbonio, di produzione agricola e legnosa e di servizi ecosistemici. Sono questi i dati del Rapporto Ispra-Snpa sul “Consumo di Suolo in Italia 2018”, presentati stamani (17 luglio) alla Camera.