L’indagine aperta dalla procura di Crotone è sul naufragio e non sui soccorsi. A precisarlo è il procuratore di Crotone, Giuseppe Capoccia: “Stiamo anche vedendo di ricostruire la catena dei soccorsi, ma non ci sono indagini su questo. Stiamo ricostruendo tutti i passaggi dall’avvistamento in poi per ricostruire cosa è stato fatto e confrontarlo con quello che si doveva fare che sembra sia stato fatto. Di sicuro le condizioni del mare erano terribili. Qui – ha poi aggiunto – mancano uomini e mezzi alle forze dell’ordine. Il governo dovrebbe capire che sarebbe necessario impostare in modo diverso le strutture. In estate abbiamo 3 sbarchi la settimana. Il Cara di Isola Capo Rizzuto non può essere sempre in sofferenza. Siamo una piccola provincia che regge uno scontro che dovrebbe riguardare l’Italia ma anche tutta l’Europa. Comunque stiamo acquisendo tutti i dati, poi il pm che procede tirerà le somme. Di certo c’è che la barca, di sua volontà, non si stava dirigendo verso il porto di Crotone. Questo è certo”.
In questa fase, secondo quanto riferito dal procuratore, si sta ricostruendo l’accaduto attraverso il racconto dei superstiti e si sta procedendo alle identificazioni. “Stamani – afferma Capoccia – ho parlato con il comandante generale della Capitaneria di porto e certamente chi portava il barcone non era uno sprovveduto. Probabilmente volevano spiaggiarsi visto che viaggiavano su una imbarcazione senza deriva. Invece sono finiti su una secca che è conosciuta ai marinai della zona. Come si sono fermati, la barca non ha più retto ai colpi inferti dalle onde e si è letteralmente sfasciata, nel senso che il fasciame non ha retto”. “Stiamo ricostruendo anche – ha aggiunto il magistrato – tutti i passaggi, dall’avvistamento in poi. Tra l’altro c’è anche una stranezza: dalla barca non è mai partita una richiesta di soccorso. La telefonata internazionale alla Guardia di finanza? E’ stata una strana triangolazione, ma dalla barca non hanno chiesto aiuto come succede sempre non appena arrivano in prossimità della costa”. Capoccia ha poi evidenziato che anche con mezzi più grandi, con quelle condizioni di mare, un eventuale abbordaggio sarebbe stato estremamente rischioso, ricordando quanto avvenne nel canale di Otranto dove una unità militare tocco un barcone di migranti provocandone l’affondamento. Il procuratore di Crotone ha, quindi, confermato che i reati ipotizzati nell’indagine sono tre: omicidio colposo, naufragio colposo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.