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Elezioni Regionali, no ai voti e agli amici della ’Ndrangheta

Le elezioni regionali calabresi del prossimo 26 gennaio avranno una rilevanza cruciale per il futuro di una terra afflitta da diverse emergenze: ’Ndrangheta e Malapolitica! Il dibattito apertosi fra le forze politiche di tutti gli schieramenti non sta dedicando spazio ancora sufficiente alle due tematiche appena citate, considerato peraltro l’enorme lavoro che la Magistratura sta compiendo per fronteggiare queste due “ferite sanguinolente”. Occorre fare di più, assai di più. ’Ndrangheta e Malapolitica! Spesso due facce di un’identica medaglia, con i poteri criminali, così come dimostrano tante inchieste giudiziarie, attentissimi ad infilarsi nei meandri della cosa pubblica. E la Regione, per ciò che significa in termini di spesa pubblica ma anche di complessivo governo del territorio, non può che non essere uno degli obiettivi più ambiti dalla piovra calabrese. Una piovra che ha potenzialmente tanti “amici”, tanti collusi, tanti modi subdoli di sostenere questo o quel candidato, questa o quella forza politica, questo o quel personaggio utile a rendere possibili i disegni egemonici dell’antistato. Ripetiamo: molte inchieste della magistratura, passate e più o meno recenti, hanno certificato la pervasività della ’Ndrangheta ad ogni livello, in Calabria e fuori di Calabria. La malapolitica non sempre è mafia, ma è un altro dramma con il quale la Calabria convive da sempre.

In questi giorni i partiti sono alle prese con la scelta dei candidati alla presidenza e delle rispettive liste. Sarebbe utile se un potente confronto pubblico, ampio, aperto, coraggioso, insistente, mettese ancora di più al primo punto il rifiuto assoluto dei voti e degli amici della ’Ndrangheta, gridando in maniera alta questa volontà di sbarramento, questa ferma decisione di erigere barriere di ogni tipo, anche per facilitare il compito della magistratura e degli apparati dello Stato destinati al controllo. I voti e gli amici della ’Ndrangheta ci sono e qualcuno che li gestisce, evidentemente, potrebbe aver voglia di farli pesare. I partiti possono e devono fare sempre di più per isolare eventuali e sempre possibili condizionamenti del mondo mafioso, prima di tutto comunicando ai cittadini in maniera davvero efficace, rumorosa e tuonante il no assoluto alla ’Ndrangheta e alla Malapolitica. Un no ovviamente non retorico o formale, ma sempre più sentito, sempre più deciso, sempre più responsabile, sempre più disposto ad ascoltare i dubbi che possono esistere su questo o quel personaggio chiacchierato, senza aspettare l’intervento della magistratura, senza attendere il clamore degli arresti e dei processi. Certo, i partiti non possono sostituirsi agli apparati dello Stato che hanno il compito di individuare e reprimere il crimine organizzato, ma possono stare in prima fila nell’azione di salvaguardia della politica da ogni possibile influenza mafiosa, puntando sempre su candidati dichiaratamente e ampiamente estranei ad ogni logica inquinata, nonché coinvolgendo cittadini ed elettori in discussioni sempre più robuste sulla negazione della ’Ndrangheta quale valore primario e propedeutico del fare politica in Calabria. L’auspicio è che tutte le forze politiche calabresi impegnate nel redigere le liste prestino ancora più attenzione che in passato, e che l’esercizio del voto venga attentamente monitorato dagli apparati dello Stato che hanno il compito di sconfiggere la ’Ndrangheta. Il no ai voti e agli amici della ’Ndrangheta sia urlato a tutti, senza tentennamento o furbizia alcuna.

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