1.156. Sono 1.156 i nomi letti dai ragazzi delle scuole superiori di Crotone nel piazzale del PalaMilone durante la cerimonia per la 28^ edizione della Giornata nazionale della memoria delle vittime di mafia. 1.156, ovvero, quelli delle 1.069 persone innocenti trucidate, costrette al suicidio, trovatesi nel posto sbagliato nel momento sbagliato, più quelli di 87 delle 88 vittime finora accertate del naufragio di Steccato di Cutro del 26 febbraio scorso. È possibile, lo slogan scritto coi colori della bandiera della pace e scelto per il 2023, anno in cui si torna senza remore ai cortei, com’è accaduto per la manifestazione nazionale di Milano, città scelta perchè la Lombardia è la regione in cui più densa è la presenza mafiosa: anche lì sono stati letti i nomi dei migranti morti in Calabria. A Crotone, com’era ovvio, al centro di pensieri e parole non potevano che esserci i martiri del naufragio, per giunta a pochissimi passi dal parquet sul quale sono ancora adagiate 12 bare non ancora rimpatriate, 5 delle quali di persone non ancora identificate. Tornando allo slogan: possibile deriva da potere, indica ciò che si può realizzare, quello che può accadere. E se il percorso del contrasto alle mafie si è arricchito, soprattutto negli ultimi anni, di successi inediti, finanche inattesi, maxi-inchieste, sequestri e confische, cattura dei più pericolosi latitanti, scoperta di traffici, alleanze, infiltrazioni nella pubblica amministrazione e nell’economia resta ancora molto lavoro sia per educare i giovani, mettendoli in guardia dai rischi più subdoli ed insegnando loro a rifiutare anche solo l’accenno di patti scellerati, sia per ridurre lo spessore di complicità, aderenze, compiacenze che agevolano la criminalità organizzata. Al di là della negligenza e del dolo, c’è il capitolo della responsabilità, che la tragedia di 23 giorni fa ha drammaticamente richiamato come prioritario, anche perchè ha riguardato i vertici delle istituzioni. Bruno Palermo, giornalista e scrittore, da molti anni è impegnato ed attivo nel coordinamento provinciale di Crotone di Libera: con il sito che ha fondato, Crotonenews.com, insieme al collega Vincenzo Montalcini, ha svolto un ruolo di testimonianza e documentazione straordinario dopo la tragica notte di fine febbraio, e la sua voce e le sue domande hanno messo in crisi il ministro dell’Interno, Piantedosi, e la presidente del Consiglio, Meloni, mettendo a nudo l’assenza di compassione umana, l’incoerenza politica e la contraddittorietà delle ricostruzioni ufficiali, che vacillano ogni giorno di più, su come andarono le cose quella notte. Cercare le storie e ricordare il sacrificio di chi è morto per mano mafiosa, farne memoria, è per lui un impegno giornaliero. Battersi per accertare quello che è accaduto e far emergere le eventuali, pressochè certe responsabilità nella strage in quello specchio di mar Jonio lo avverte ora non solo come un dovere civile, ma anche un vincolo di umanità, una promessa, una responsabilità il cui peso può essere alleviato solo dall’accertamento della verità dei fatti. Oltre a Cutro, Crotone ha sopportato tormento ed onere di questi giorni. La promozione della cultura antimafia tra i giovani, sia nei luoghi fisici che in quelli ideali, in Calabria è un’incombenza costante delle amministrazioni locali: per il sindaco di Crotone, Enzo Voce, se davvero si vuole stroncare i traffici umani occorre un’azione immediata, incidente anche su coperture e connivenze che sono tipiche delle logiche mafiose.
Giornata nazionale contro le mafie, Crotone: il ricordo delle vittime del naufragio di Cutro (VIDEO)
La manifestazione di Libera in memoria delle vittime innocenti della criminalità organizzata21 Marzo 2023 13:55
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