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“L’aggressione – premeditata e immotivata – della Russia verso un Paese vicino ci riporta indietro di oltre ottant’anni. Non si tratta soltanto di un attacco a un Paese libero e sovrano, ma di un attacco ai nostri valori di libertà e democrazia e all’ordine internazionale che abbiamo costruito insieme. Come aveva osservato lo storico Robert Kagan, la giungla della storia è tornata, e le sue liane vogliono avvolgere il giardino di pace in cui eravamo convinti di abitare. Ora tocca a noi tutti decidere come reagire. L’Italia non intende voltarsi dall’altra parte”. Sono le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi questa mattina al Senato della Repubblica durante le comunicazioni sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina.
“L’Italia – ha detto il premier – è impegnata in prima linea per sostenere l’Ucraina dal punto di vista umanitario e migratorio, in stretto coordinamento con i partner europei e internazionali. La situazione umanitaria nel Paese è sempre più grave. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari ha stimato in 18 milioni il numero di persone che potrebbe necessitare di aiuti umanitari nei prossimi mesi. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) stima che gli sfollati interni potrebbero raggiungere cifre tra i 6 e i 7,5 milioni e i rifugiati fra i 3 e i 4 milioni. Sono stimate in circa 400.000 le persone che hanno lasciato l’Ucraina, in direzione principalmente dei Paesi vicini. Nella teleconferenza del G7, alla presenza anche di Polonia e Romania, ho detto che l’Italia farà di tutto per aiutare i paesi vicini nel dramma dell’impatto che questa gigantesca migrazione sta avendo su di loro e che possono contare sull’Italia. L’Italia ha già contribuito in modo considerevole all’emergenza con un finanziamento di 110 milioni di euro a favore di Kiev come sostegno al bilancio generale dello Stato”.
“Nel Consiglio dei Ministri di ieri – ha dichiarato Draghi – abbiamo stanziato 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali, per assicurare soccorso e assistenza alla popolazione. Per farlo è stato dichiarato uno stato di emergenza umanitaria, che durerà fino al 31 dicembre e che ha esclusivamente lo scopo di assicurare il massimo aiuto dell’Italia all’Ucraina. È un impegno di solidarietà, che non avrà conseguenze per gli italiani, e che non cambia la decisione di porre fine il 31 marzo allo stato di emergenza per il Covid-19. Per quanto riguarda i rifugiati, come hanno preannunciato i Ministri Di Maio e Bonetti, siamo impegnati nell’attivazione di corridoi speciali per i minori orfani, perché possano raggiungere il nostro Paese al più presto e in sicurezza. Domenica, nel Consiglio straordinario dei Ministri dell’Interno dell’Unione Europea è stata valutata la possibilità, che l’Italia sostiene, di applicare per la prima volta la direttiva sulla protezione temporanea prevista in caso di afflusso massiccio di sfollati. Questa Direttiva garantirebbe agli Ucraini in fuga di soggiornare nell’Unione Europea per un periodo di un anno rinnovabile ed eviterebbe di dover attivare onerose procedure di asilo dopo i 90 giorni di soggiorno senza visto. Il Ministero dell’Interno sta lavorando alla predisposizione di apposite norme sull’accoglienza degli sfollati ucraini nelle strutture nazionali. Faremo la nostra parte, senza riserve, per garantire la massima solidarietà”.
“L’Italia – conclude il presidente del Consiglio – ha risposto all’appello del Presidente Zelensky che aveva chiesto equipaggiamenti, armamenti e veicoli militari per proteggersi dall’aggressione russa. È necessario che il Governo democraticamente eletto sia in grado di resistere all’invasione e difendere l’indipendenza del Paese. A un popolo che si difende da un attacco militare e chiede aiuto alle nostre democrazie, non è possibile rispondere solo con incoraggiamenti e atti di deterrenza. Questa è la posizione italiana, la posizione dell’Unione Europea, la posizione di tutti i nostri alleati”. Draghi riferirà alle 15.30 alla Camera dei Deputati.
(fonte video e foto: governo.it)