Le vicende del Pd calabrese, in vista delle prossime elezioni regionali, hanno una valenza più ampia. C’è da chiedersi: la politica calabrese soffre di apparati autoreferenziali e che mirano all’autoconservazione? Il grido di Nicola Irto è stato forte in ambito Pd ed ha avuto rilevanza nazionale. Le cose stanno in maniera diversa nella Lega, dove l’attenzione del partito regionale è stata dedicata, ad esempio, alla difficoltà di dialogo e di confronto con il facente funzioni Spirlì? I partiti dovrebbero essere delle associazioni politiche in cui a contare e decidere dovrebbero essere gli iscritti attraverso i loro rappresentanti regolarmente eletti. Stiamo parlando di rappresentanti di partito e non di eletti nelle istituzioni. I dirigenti di partito non dovrebbero avere né incarichi pubblici, né nelle strutture regionali, altrimenti si corre il rischio di un enorme conflitto di interessi politico tra controllori e controllati. I partiti più grandi (Pd, Lega, Fdi) dovrebbero innanzitutto prendere in esame, in Calabria, questo problema e disporre una netta distinzione fra dirigenti di partito, eletti a livello istituzionale, prescelti per incarichi pubblici, soggetti coinvolti nelle strutture regionali. Né si può continuare a immaginare che sindaci, assessori e consiglieri comunali di partiti che hanno a cuore l’irrobustimento dell’immagine e del ruolo della politica possano entrare a far parte di strutture regionali. Stiamo parlando di politica e non di altro, di quale impostazione si vuole dare alla vita politica. Risulta fondamentale, infatti, che i partiti abbiamo piena libertà politica di valutare, eventualmente criticare, eventualmente ammonire, decidere. Altrimenti il possibile passo verso la generazione di gruppi autoreferenziali e miranti all’autoconservazione delle posizioni che occupano, talora anche ben remunerate, è potenzialmente brevissimo, fino a poter temere di alimentare vere e proprie caste partitocratiche che non fanno bene alla democrazia. Se Irto vuole essere coerente fino in fondo con il grido d’allarme che ha lanciato (ha parlato di feudalesimo!), chieda che il Pd faccia una radiografia immediata del proprio sistema-partito in Calabria. Analoga cosa dovrebbe fare la Lega dove addirittura esistono casi di soggetti che hanno ruoli pubblici importanti e che al contempo sono alti dirigenti di partito, oppure di dirigenti di partito che hanno ruoli in strutture regionali dalla funzione strategica e magari sono anche amministratori locali. Se nella stessa persona si sommano i ruoli di dirigente di partito e di soggetto con incarico pubblico come può il partito essere libero di esprimere giudizi politici? Si parta da qui!
Il grido di Irto pretende chiarezza dal Pd alla Lega: chi è dirigente di partito non deve avere incarichi pubblici di alcun tipo!
Si corre il rischio di un enorme conflitto di interessi politico tra controllori e controllati, nonché di generare gruppi autoreferenziali e miranti all'autoconservazione delle posizioni che occupano Scritto da: REDAZIONE
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