Tutti vorremmo sulle nostre tavole latte fresco di ottima qualità e latticini prodotti con latte altrettanto buono. E una delle sue battaglie “Io scelgo Calabria” la sta conducendo proprio sulla filiera del latte, sulla messa al bando di latticini realizzati con farine lattee o addirittura con cagliate di incerta provenienza. Ma ad incidere sulla filiera del latte e sulla sua produzione c’è un serissimo problema di prezzi: un litro di latte viene pagato ai produttori solo 45 centesimi al litro. Davvero troppo poco per permettere agli allevatori di proseguire serenamente con le loro attività. “Ci vorrebbero almeno 10 centesimi in più – afferma al microfono di Massimo Tigani Sava l’imprenditore Pino Pugliese, allevatore di mucche destinate alla produzione di latte nel Vibonese – per permetterci di lavorare serenamente; così noi allevatori siamo sempre di meno, nonostante la vocazione del territorio e la qualità del nostro latte”. Quindi, rivolgendosi ai consumatori, ammonisce: “Una provola non può costare 4euro e 50 centesimi“. Un costo troppo basso è sinonimo di cattiva qualità e dubbia provenienza delle materie prime