https://youtu.be/utS0BorxmQs
Alt: non fermiamoci al titolo, ma vediamo tutto il video. E’ un’avvertenza d’obbligo in questi tempi in cui i classici “leoni da tastiera”, divoratori dell’internet fast-food – come accade con gli articoli dei giornali on-line – commentano i link senza aprire i contenuti. La clip dello youtuber, scrittore ed attore Svevo Moltrasio è simpatica e fa riflettere per due motivi, e in entrambi ha ragione: il primo perchè è vero che i calabresi siamo, molte volte, un popolo di lagnosi; il secondo perchè ha colto l’essenza della nostra regione. Il punto di partenza del video sono stati i commenti negativi al cortometraggio “Calabria, terra mia” di Gabriele Muccino, opera prima del regista su commissione della Regione Calabria, costato ai calabresi 1,7 milioni di euro, e scomparso dal suo canale Vimeo ufficiale. E’ vero, questo mini-film interpretato da Raoul Bova e Rocio Munioz, è un riassunto di cliché e luoghi comuni obsoleti (LEGGI IL NOSTRO EDITORIALE), ed è stata un’occasione persa.
Di contro, il video di Moltrasio – con uno stile sfacciato – centra in pieno quali sono le positività e i punti di forza della Calabria: a partire dalla natura (mare, montagna, boschi), i borghi e l’entroterra, l’archeologia, le influenze della varie popolazioni che l’hanno dominata nei secoli. E’ diventato virale, ormai, sui social da parte degli utenti che in tre giorni dalla pubblicazione ha ottenuto più di 43mila visualizzazioni, grazie soprattutto al suo stile di recitazione, ma anche perchè con zero budget da spendere è riuscito a centrare in pieno l’obiettivo: ovvero, rendere giustizia alla Calabria. Tutti i commenti su Youtube sono positivi: forse bisognava puntare dritti al cuore, come ha fatto Svevo Moltrasio che, tra l’altro, per girarlo si è semplicemente informato.
Per concludere, dobbiamo fare un passo indietro di qualche rigo: il cortometraggio di Gabriele Muccino, presente dapprima a questo link, è stato cancellato dal canale Vimeo. Cosa potrebbe significare? Un mero errore, o c’è dell’altro? Un prodotto costato 1 milione e 700 mila euro andrebbe preservato meglio, o no?
G.L.