Il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, è tra i finalisti del Win Win Gothenburg Sustainability Award. Si tratta di un’organizzazione senza scopo di lucro con sede a Göteborg, in Svezia, ma con una visione globale. La mission è quella di trovare e premiare le persone e le organizzazioni di tutto il mondo le cui azioni hanno portato a un futuro più sostenibile; non solo, ma anche di educare e far luce su iniziative, sviluppi e sfide cruciali legate alla sostenibilità. Il premio viene assegnato ogni anno dal 2000 e gli ex vincitori includono Kofi Annan, Al Gore, Gro Harlem-Brundtland e IPBES. Il vincitore riceve 1 milione di SEK (120.000 dollari). Per “scuotere le cose” si sceglie ogni anno un nuovo tema che può essere collegato ai 17 obiettivi globali delle Nazioni Unite. Il tema per il 2021 è anti-corruzione.
Il tema di quest’anno per il WIN WIN Gothenburg Sustainability Award è la lotta alla corruzione. Negli ultimi mesi, abbiamo cercato candidature da individui e organizzazioni che combattono attivamente la corruzione e quindi migliorano le opportunità per i paesi del mondo di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Ecco i cinque finalisti che hanno la possibilità di vincere il premio di quest’anno, con un premio di un milione di SEK.
I finalisti di quest’anno – Jóhannes Stefánsson (Islanda), Integrity Watch Afghanistan (IWA), International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), Nicola Gratteri (Italia), Hamzat Lawal (Nigeria) – “mostrano tutti una grande integrità e un’impressionante responsabilità sociale” – è scritto sul sito web dell’organizzazione. «La lotta alla corruzione spesso comporta rischi e richiede coraggio. Siamo molto orgogliosi di presentare una vasta gamma di finalisti che, in modi diversi e in diverse parti del mondo, lottano per un mondo più equo e sostenibile» – afferma Emma Dalväg, presidente della giuria del WIN WIN Award.
Nicola Gratteri, capo della DDA di Catanzaro, viene così descritto: «è il procuratore capo nel più grande processo antimafia italiano, sovrintendendo all’accusa di oltre 350 persone con presunti legami con l’organizzazione mafiosa dell’Italia meridionale “Ndrangheta”. La giuria nomina Gratteri per la sua determinazione a mettere la sicurezza del collettivo prima della sua mentre è costretto a vivere sotto la costante minaccia di rappresaglie da parte dei sindacati criminali che ha deciso di combattere. La storia di Gratteri mostra l’importanza che i paesi abbiano istituzioni formali ben funzionanti, prese sul serio e utilizzate correttamente».