«Il mio auspicio è che ci sia giustizia, ho dedicato gran parte della mia vita per la causa degli ultimi. Era arrivato un barcone a Riace, non ero nemmeno sindaco all’epoca, e mi sono adoperato (per aiutarli n.d.r.), non avevo un secondo fine»: lo ha dichiarato il sindaco sospeso di Riace Mimmo Lucano questa mattina a Radio Capital nella trasmissione Circo Massimo, intervistato dopo il deposito delle motivazioni della Cassazione nella giornata di ieri.
Incalzato dai giornalisti su quanto depositato dalla Suprema Corte, che ha chiesto se il pensiero fosse andato al ministro dell’Interno Matteo Salvini, Lucano ha risposto: «noi ci difendiamo nel processo e non dal processo. Non bisogna fare una battaglia sulla denigrazione, forse la parte politica che lui rappresenta è abituata alle argomentazioni delle cattiverie. Io dico che è antitetico che un cristiano possa votare per Salvini, lo ribadisco e in maniera più convinta di prima». Sempre sul leader del Carroccio, su domanda posta dallo studio in merito al fatto che lui è «scappato dal processo» sul caso Diciotti, mentre Lucano no, lo stesso primo cittadino di Riace ha dichiarato: «sono una persona debole, che non ha nessuno, lui (Salvini n.d.r.) così forte ha avuto paura di farsi processare. Rappresentano il potere (Lega e M5S n.d.r.) e quindi si possono permettere».
«Vorrei soffermarmi anche sui matrimoni – conclude Lucano a Radio Capital – senza entrare nel merito della correttezza delle norme o meno, bisogna ribadire che non è stato celebrato nessun matrimonio, è stato un tentativo se vogliamo metterla così. E poi chi riguardavano questi matrimoni? Gli ultimi del mondo, disperati che stanno in strada».
G.L.