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Mattarella: «O si sta contro la mafia o si è complici, non ci sono alternative»! Ecco perché i Calabresi si sono schierati con Gratteri

Grazie alle parole autorevolissime pronunciate dal Presidente della Repubblica a Palermo, da oggi nessuno potrà più far finta di non aver capito

Ascoltiamola tutti questa autorevolissima frase, stampiamola e affiggiamola sui muri delle nostre case, dei nostri luoghi di lavoro, dei partiti e delle associazioni nei quali eventualmente ci riconosciamo, finanche nei circoli sportivi e ricreativi: «O si sta contro la mafia o si è complici, non ci sono alternative». Parole pesanti come macigni quelle pronunciate da Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo in memoria dei Martiri della strage di Capaci: i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, gli agenti di polizia Antonio Montinari, Rocco di Cillo, Vito Schifano. Si alzi un applauso corale, forte, sentito, per questa presa di posizione altissima che è stata firmata dal Capo dello Stato, che è anche un giurista, un cattolico, un moderato nell’accezione più nobile del termine, un cittadino esemplare per stile e garbo, un rappresentante delle Istituzioni che non parla mai a caso e, non ultimo, un siciliano. Perché ricordiamo che è anche siciliano? Perché un calabrese, un campano, un siciliano sanno bene, più di altri, che cosa significhi, nel suo senso più profondo, questa frase che continueremo a ripetere all’infinito: «O si sta contro la mafia o si è complici, non ci sono alternative». In questo assioma tanto limpido, chiaro, potente, saggio, lungimirante ci sono tutte le ragioni per le quali in una terra come la Calabria in tanti stanno e vogliono stare, senza se e senza ma, dalla parte di Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro e coordinatore della Dda. Senza alcuna possibile ambiguità, senza temere di dire una sillaba di troppo. Lo straordinario monito del Presidente della Repubblica, supremo garante della nostra Costituzione sulla quale abbiamo rifondato l’Italia dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, fornisce a tutti un punto di riferimento assoluto: «O si sta contro la mafia o si è complici, non ci sono alternative». Diffondiamo ovunque questo lapidario pensiero: nelle scuole, nelle università, nei luoghi religiosi, nei club, nelle sedi di partito di qualsivoglia ispirazione, tra le famiglie, tra figli e parenti, tra amici: «O si sta contro la mafia o si è complici, non ci sono alternative».
La perversa logica mafiosa va rifiutata a priori, va messa nell’angolo, va ripudiata, va sconfitta prima di tutto sul piano culturale. Ecco perché magistrati martiri come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono i nostri miti, ecco perché magistrati coraggiosissimi come Nicola Gratteri, e gli altri suoi colleghi esposti nella lotta legale al crimine organizzato, hanno tutto il nostro incondizionato sostegno, ecco perché cerchiamo di tutelarli da ogni possibile tentativo di delegittimazione, diretta o indiretta, voluta o ingenua, programmata o episodica, ragionata o estemporanea, superficiale o scorretta. Quanti non vogliono capire riflettano ancora una volta su questa storica epigrafe incisa da Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, a Palermo: «O si sta contro la mafia o si è complici, non ci sono alternative». Si è culturalmente complici anche se si sopporta l’insopportabile, se non ci si schiera apertamente contro, se ci si chiude in ambigui silenzi, se si sceglie il fiume della cinica furbizia, se non si ha il coraggio di dire no e di alzare muri, se ci si appiglia ai cavilli o si cercano i peli nell’uovo, se si recita il ruolo degli azzeccagarbugli o dei garantisti un po’ strabici. «La mafia esiste ancora, non è stata sconfitta. È necessario tenere sempre attenzione alta e vigile da parte dello Stato» ha aggiunto l’Inquilino del Quirinale nell’aula bunker che si erge a simbolo della lotta al crimine organizzato. Grazie Presidente Mattarella per queste parole. Grazie. Per ogni Cittadino Italiano da oggi ci sarà un motivo in più, il più alto e autorevole, per gridare No alla Mafia, No alla ‘Ndrangheta, no alla Camorra, sempre e comunque. Da oggi nessuno potrà più far finta di non aver capito. «O si sta contro la mafia o si è complici, non ci sono alternative».

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