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Matteo Messina Denaro al 41bis: il ministro della Giustizia Nordio firma il decreto

Nelle scorse ore i Carabinieri hanno individuato il covo dove si nascondeva

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha firmato questa mattina il 41bis per Matteo Messina Denaro, il boss arrestato ieri dopo 30 anni di latitanza. Sarà, dunque, carcere in regime duro. Nominata legale Lorenza Guttadauro, nipote del boss: “Sono sorpresa, non me l’aspettavo” – ha dichiarato.

I carabinieri del Ros e la procura di Palermo hanno individuato il covo dove si nascondeva: è a Campobello di Mazara, nel trapanese, paese del favoreggiatore Giovanni Luppino, finito in manette insieme al capomafia. “Matteo Messina Denaro abitava qui da almeno sei mesi – così il comandante provinciale dei carabinieri di Trapani Fabio Bottino, dopo l’ispezione nel covo -. Un appartamento, ben ristrutturato, che testimonia che le condizioni economiche del latitante erano buone. Arredamento ricercato, di un certo tenore, non di lusso ma di apprezzabile livello economico”. “Perquisizioni e accertamenti sono in corso. Stiamo rilevando la presenza di tracce biologiche, di eventuali nascondigli o intercapedini dove può essere stata nascosta della documentazione. Un lavoro per il quale occorreranno giorni”.

L’abitazione risulta intestata ad Andrea Bonafede, il geometra che avrebbe prestato la sua identità al padrino. Al momento non risulta che nell’immobile vi fossero documenti particolari tanto che gli inquirenti sospettano che possa esserci un secondo immobile in cui cercare il cosiddetto tesoro di Messina Denaro. E Andrea Bonafede starebbe parlando con i pm: con i magistrati avrebbe fatto mezze ammissioni dicendo di conoscere il capomafia fin da ragazzo e di essersi prestato a comprare, con i soldi del padrino, la casa in cui questi ha passato l’ultimo anno. Il geometra risulta indagato per associazione mafiosa.

Sneakers griffate, vestiti di lusso, un frigorifero pieno di cibo, ricevute di ristoranti, pillole per potenziare le prestazioni sessuali, profilattici sono alcune delle cose trovate nella casa usata dal boss. Al momento non risulta che nell’immobile vi fossero documenti particolari tanto che gli inquirenti sospettano che possa esserci un secondo immobile in cui cercare il cosiddetto tesoro di Messina Denaro. “Matteo Messina Denaro abitava qui da almeno sei mesi. Un appartamento, ben ristrutturato, che testimonia che le condizioni economiche del latitante erano buone. Arredamento ricercato, di un certo tenore, non di lusso ma di apprezzabile livello economico” dice il comandante provinciale dei carabinieri di Trapani Fabio Bottino, dopo l’ispezione nel covo. “Perquisizioni e accertamenti sono in corso. Stiamo rilevando la presenza di tracce biologiche, di eventuali nascondigli o intercapedini dove può essere stata nascosta della documentazione. Un lavoro per il quale occorreranno giorni” ha aggiunto.

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