È uno dei più pregevoli esempi dell’arte barocca in Calabria. La sua bellissima cupola, i preziosi ricami dei marmi degli altari di scuola napoletana, il tabernacolo in argento hanno pochi eguali nella regione. Ma la Chiesa del Ritiro, a Mesoraca, è anche – forse soprattutto – un simbolo in cui l’intera comunità si identifica, si riconosce. Qui valore culturale, artistico e spirituale trovano una sintesi perfetta, sottolineati anche da un elemento paesaggistico di rara bellezza. Ma c’è ancora di più, ed è un elemento legato ad una precisa ricorrenza, celebrata il 28 aprile scorso con la solennità consentita dal momento storico: i 260 anni dalla posa della prima pietra attorno alla quale in pochi anni sarebbe nato questo splendido esempio di arte e fede intitolato alla Madonna Assunta.
Era la mattina del 28 aprile 1761 quando il sacerdote don Matteo Lamanna diede avvio a questa enorme impresa. A testimoniarlo c’è un prezioso documento del notaio Gioacchino Rossi, conservato nell’Archivio di Stato di Catanzaro.
Diciassette anni prima (il 21 marzo del 1744) il centro storico di Mesoraca era stato praticamente distrutto da un violentissimo terremoto, che aveva compromesso non solo le abitazioni, ma anche i luoghi di culto. In quella prima pietra, dunque, la comunità vide un simbolo potentissimo di speranza e di rinascita.
La Chiesa della Madonna dell’Assunta venne, dunque, eretta in sei anni nei pressi dell’antica piazza, centro civile e religioso della Mesoraca medievale, e quindi aperta al pubblico il 6 agosto del 1772.
Il luogo su cui s’innalza è estremamente suggestivo e scenografico, proprio sul costone della profonda valle del fiume Vergari, punteggiato da cascate, antichi opifici e piccole pozze d’acqua trasparente e freschissima.
All’edificio sacro si accede da una doppia scalinata, che da un lato fiancheggia l’edificio della Pia Casa dei Padri Pii Operai. Sulla facciata spicca la figura della Madonna Assunta, raffigurata mentre sale in cielo su una nube. Completano il fastigio le statue dei santi Pietro e Paolo. A sinistra, invece, svetta il possente campanile.
L’interno della Chiesa è in sontuoso stile barocco, impreziosito da ricche decorazioni a stucco, statue, marmi e pregevoli dipinti. Di pregio assoluto l’altare maggiore, una preziosa opera dell’artista napoletano Silvestro Troccoli in marmi policromi ed applicazioni in bronzo, con tre ripiani per fiori e candelabri e con al centro un bellissimo ciborio d’argento sormontato da un baldacchino in marmo. Ai lati due putti, a figura intera, che sembrano sorreggere le relative volute. Altrettanto pregevoli i due altari posizionati ai lati del transetto.
E poi la bellissima cupola affrescata, che ha come tema la gloria del Paradiso.
Per celebrare ancora una volta tanta bellezza, e per ricordare il valore – peraltro attualissimo – di quel gesto da cui tutto ebbe origine, il Comune di Mesoraca e le tre parrocchie del centro del Crotonese hanno deciso di porre una corona sulla tomba del fondatore della Chiesa, don Matteo Lamanna, e poi di proseguire con una celebrazione eucaristica, naturalmente aperta ad un numero ristretto di fedeli. Tutti gli altri, hanno partecipato esponendo – come da tradizione – coperte e damaschi ai loro balconi.
(nel video sono presenti alcune clip realizzate da Saverio Cuda e pubblicate su YouTube)