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Migranti: la Conferenza Episcopale Italiana critica lo stato d’emergenza varato dal Governo

Il cardinale Zuppi ha bocciato anche la scelta di stringere le maglie della protezione speciale, sollecitando invece ad applicare bene "quella normale"

La Conferenza Episcopale Italiana ha criticato lo stato di emergenza sui migranti e la stretta sulla protezione speciale, invitando il governo a concentrarsi su Lampedusa. Nuova stretta sui richiedenti asilo: il governo Meloni conferma la linea dura nel contrasto all’immigrazione irregolare e ha presentato in Senato un emendamento al decreto Cutro che punta a limitare il regime di protezione speciale per chi sbarca nelle coste italiane, con l’obiettivo di scoraggiare le partenze dal Nord Africa. La strategia complessiva dell’esecutivo, che sui migranti ha dichiarato lo stato d’emergenza, è però criticata dai vescovi italiani. Secondo il cardinale Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), già da diversi mesi l’emergenza vera è a Lampedusa. Con il moltiplicarsi degli arrivi dal Nord Africa (+300 per cento nei primi mesi del 2023 rispetto all’anno scorso), il governo ha deciso di adottare nuovi strumenti di deterrenza per i flussi irregolari presentando alla commissione Affari costituzionali del Senato due maxi-emendamenti al decreto legge Cutro.

Il cardinale Matteo Zuppi, in particolare, ha contestato la decisione del governo di dichiarare lo stato d’emergenza: “Anche in situazioni con più di 170 mila ingressi l’anno come nel 2014 non è stata dichiarata l’emergenza”, ha ricordato il presidente della Cei, sottolineando che “la vera emergenza è Lampedusa da mesi”. Zuppi ha bocciato anche la scelta di stringere le maglie della protezione speciale, sollecitando invece ad applicare bene “quella normale”. Oltre alle normative contro i flussi irregolari, a Roma resta aperto il canale con la Tunisia. Sul piano bilaterale, si lavora in due direzioni: “Rafforzare il contrasto ai trafficanti di esseri umani” e alimentare i canali legali, ha riferito il ministro degli Esteri Antonio Tajani dopo un incontro con l’omologo tunisino Nabil Ammar, annunciando che a breve arriveranno in Italia “4 mila lavoratori formati in Tunisia”.

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