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Naufragio dei migranti, si cerca di fare luce sulla dinamica dei fatti: le versioni di Frontex e Capitaneria di Porto

“A bordo era visibile una sola persona. L’imbarcazione navigava da sola e non c’erano segni di pericolo, aveva una buona galleggiabilità. C’era una significativa risposta termica dai portelli aperti (rilevata da una telecamera termica a bordo dell’aereo). Questo fatto e altri indicatori hanno insospettito gli esperti di Frontex. Sebbene fosse visibile una sola persona a bordo, infatti, l’imbarcazione era sommersa in modo significativo, il che indicava che un gran numero di persone poteva trovarsi sotto il ponte. Solo in seguito è stato confermato che a bordo c’erano 200 persone”. Lo precisa Frontex commentando la dinamica dei fatti relativi all’allerta diramato all’Italia.

“Alle 4.37 tramite 1530, si riceveva segnalazione riguardo la presenza di una barca a circa 40 metri dalla foce del fiume Tacina su un fondale presumibilmente sabbioso e con profondità di circa 3 metri. Alle 4.55 ci ricontattava il segnalante riferendo che le persone si stavano tuffando in acqua e stavano nuotando verso riva, evidenziava, inoltre, la presenza di probabili cadaveri e che la barca si era distrutta”. Lo scrive la Capitaneria di porto nella sua relazione sul naufragio del barcone di migranti a Steccato di Cutro, finita agli atti dell’inchiesta della Procura. “Alle 5.35, la prima pattuglia di terra Guardia Costiera, giunta sul posto, riferiva di numerose persone in stato di ipotermia in spiaggia, trascinate a riva dalla risacca così come alcuni cadaveri. La motovedetta CP 321, intervenuta da Crotone, iniziava attività di ricerca e soccorso al largo”.

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