La tragedia di Cutro ha smosso tutta la comunità calabrese e non solo. Le associazioni del Terzo Settore crotonese si sono riunite per discutere di quanto accaduto per l’ennesima volta: “le spiagge del Mezzogiorno d’Italia, dal Canale di Sicilia fino a Crotone – si legge in una nota – non possono più essere la deriva dei cadaveri di territori “extra Europei””. Dopo la riunione è stato lanciato un appello che sta riscuotendo molte adesioni, anche da gruppi politici e sociali attivi all’estero. Sta nascendo una mobilitazione civica e popolare che parte questo fine settimana con presidi in diverse piazze di Calabria e d’Italia. Sabato 4 marzo, alle ore 15, ci saranno sit-in davanti alle Prefetture di Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia. Una rete di ong terrà un presidio “Basta morti in mare” alle 14.30 in piazza Oberdan a Milano, e un’iniziativa è prevista anche a Como. Data questa grande partecipazione, è nato il coordinamento di associazioni “Rete 26 febbraio – La Calabria per i diritti umani”, per tenere i riflettori puntati su questo territorio, anche dopo questi primi giorni di iniziative. Il gruppo chiama a raccolta tutte le organizzazioni impegnate nel resto d’Italia per una manifestazione unitaria a Crotone – un momento forte e condiviso per chiedere verità e giustizia per i morti di Steccato di Cutro – che si organizzerà nei giorni a venire.
Il coordinamento si rivolge al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e al ministro dei Trasporti, nonché vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, “perché finisca questo rimpallo di responsabilità e si faccia subito chiarezza su chi, la notte del naufragio, avrebbe dovuto dare direttive chiare di soccorso e non lo ha fatto. Chiediamo che la si smetta, inoltre, di criminalizzare le vittime e, non ci stancheremo mai di ribadirlo, si decida quanto prima una politica europea, comune e concreta, per garantire vie sicure e legali di ingresso ai profughi in Europa e un sistema di accoglienza e asilo immediato ed efficiente”.