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Naufragio migranti: il racconto di Rafiq che a Steccato di Cutro attende il ritrovamento del corpo del cugino

Il ragazzo spera che i sommozzatori trovino il corpo del cugino 24enne che si trovava su quella barca naufragata domenica

“Ci aveva scritto: siamo in Italia, manca mezz’ora all’arrivo. Ci aveva anche mandato la posizione dove sarebbero arrivati. Poi abbiamo visto in tv cosa era accaduto proprio lì dove mio cugino doveva arrivare”. È il racconto di Rafiq, giovane afgano che nel naufragio ha perso il cugino. Rafiq è arrivato a Crotone da Marsiglia, dove doveva raggiungerlo Kamran, 24 anni, che era partito dall’Afganistan e si era imbarcato verso l’Italia su quel caicco che qualche giorno dopo sarebbe naufragato a Steccato di Cutro. Rafiq attende il ritrovamento del corpo di suo cugino sulla spiaggia di Steccato di Cutro, dove, insieme al fratello di Kamran, cerca tra i detriti del relitto un effetto personale del cugino disperso, come ad esempio lo zaino, il maglione o una scarpa. Spiega di essere arrivato in Europa “tanti anni fa nascosto dentro un camion. Poi sono andato in Francia”. Anche il cugino Kamran aveva deciso di lasciare l’Afganistan: “Scappiamo perché non ne possiamo più di stare sempre in pericolo – racconta Rafiq -. Di essere sempre in guerra: una volta con i pakistani poi con i russi, poi con gli american ed ora di nuovo con i talebani. In Afganistan non ci sono più professionisti, medici, ingegneri. Tutti andati via. I talebani non fanno studiare le donne. Che vita può essere….Per questo anche mio cugino aveva deciso di scappare. Ora speriamo che il corpo di Kamran venga trovato. Portarlo in Francia? No, perché? Deve tornare nel nostro Paese. Vogliamo trasferirlo in Afganistan”.

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