Non ha risposto alle domande dei giudici del maxi processo Rinascita Scott l’ex giudice della Corte d’Appello di Catanzaro, Marco Petrini, indagato dalla procura di Salerno per varie accuse di corruzione in atti giudiziari. In qualità di teste si è limitato a rispondere alle domande con generici “non ricordo” e “mi avvalgo della facoltà di non rispondere”. Il pm Antonio De Bernardo gli ha sottoposto i verbali di dichiarazioni rese e poi smentite dallo stesso giudice. Dichiarazioni che, secondo Petrini, avrebbe rilasciato poiché sottoposto a “condizioni di estrema prostrazione psicologica” a causa delle quali “ho reso dichiarazioni nelle quali non mi riconosco”. Lo stress psicologico, stando alle dichiarazioni dell’ex giudice, era dovuto alla detenzione di un mese nel carcere di Salerno ed alla permanenza in isolamento nel convento di Giffoni, nel quale “per 15 giorni sono stato chiuso nella mia cella senza avere contatto con nessuno”. Ciò lo avrebbe portato a rilasciare dichiarazioni non vere che poi ha ritrattato: “La paura, il terrore che mi ha preso perché ero molto provato, ha fatto sì che rendessi dichiarazioni che non rispondono al vero. Stavo talmente male che non ricordo niente. Non mi riconosco in quelle dichiarazioni. Tutta la storia della Massoneria ho cercato di rimuoverla completamente”.
‘Ndrangheta, ex giudice Petrini: “Non ricordo niente di ciò che è successo”
Il teste è stato chiamato a rispondere di alcune dichiarazioni da lui rilasciate nel processo Rinascita Scott, dichiarando di non ricordare di aver reso quelle dichiarazioni8 Novembre 2022 16:59

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