Vasta operazione antimafia nella provincia di Crotone, condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale contro appartenenti alla locale di ‘ndrangheta di Cirò. In particolare, circa 150 militari stanno dando esecuzione a un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del suddetto Capoluogo, nei confronti di 31 persone, indagate, a vario titolo, per i reati di “associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione”, nonché per “reati in materia di armi e di sostanze esplodenti”, questi ultimi aggravati dal metodo mafioso.
Le indagini, sinergicamente sviluppate dal giugno del 2019, costituiscono la naturale prosecuzione dell’attività sfociata nell’operazione di polizia denominata “Stige” (gennaio 2018) e hanno permesso di raccogliere indizi, riguardanti le dinamiche criminali della Locale di Cirò, che hanno per oggetto:
a. la sua spiccata resilienza e la capacità di ricompattarsi, dopo il duro colpo subito nel 2018, mantenendo la sua operatività con le modalità già riscontrate nelle pregresse investigazioni;
b. il suo attuale organigramma, ove si ritengono siano inseriti i “veterani” e le “nuove leve” del panorama associativo locale, che hanno potuto avvalersi, altresì, dei familiari e/o dei conviventi di altri soggetti già detenuti, poiché coinvolti in delle precedenti operazioni di polizia;
c. l’interessamento degli affiliati più rappresentativi su richiesta delle vittime di furti o di altri reati per rientrare in possesso dei loro beni o avere “giustizia”, quasi sempre omettendo di denunciare agli organi istituzionali preposti oppure ottemperandovi se costretti (p.e. nel caso di furti e/o danneggiamenti di beni assicurati o di beni mobili registrati, per cui è necessaria una formale denuncia);
d. la capacità di controllo del territorio attraverso la forza intimidatrice, come dimostrato nei numerosi episodi estorsivi ai danni delle attività imprenditoriali/commerciali, con il chiaro intento di monopolizzare, sotto il profilo economico, interi settori commerciali, mediante l’apertura di nuove realtà economiche gestite dagli affiliati, da loro familiari o da altri prestanome; ‒ alterare la libera concorrenza, anche violentemente, ponendo in essere delle vessazioni e delle intimidazioni estorsive, in particolare nel settore merceologico dell’ortofrutta;
e. l’esistenza di una “bacinella”, a cui attingere per pagare gli stipendi agli affiliati, per sostenere economicamente le famiglie dei detenuti e corrispondere le relative spese legali, nonché per garantire economicamente lo svolgimento delle nozze della figlia del capo della Locale di Cirò;
f. la disponibilità di armi da guerra e comuni da sparo, in parte sequestrate;
g. i rapporti e le cointeressenze con gli affiliati della speculare cellula criminale in Germania;frutto di 2 autonome attività avviate dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Crotone e dall’Aliquota Operativa del NORM della Compagnia CC di Cirò Marina.
h. l’esistenza della n’drina “Giglio” inserita nella Locale di Strongoli (KR), nonché delle ‘Ndrine di Cariati (CS) e di Mandatoriccio (CS), subordinate alla Locale di Cirò;
i. il controllo dei porti di Cirò Marina e di Cariati mediante atti di concorrenza compiuti con minacce esplicite e implicite (queste ultime derivanti dalla notoria appartenenza alle famiglie ‘ndranghetistiche cirotane), onde ottenere, in regime di monopolio, il controllo dell’intera filiera del pescato all’interno dei suddetti sedimi, costringendo i pescatori a consegnare loro il pescato fresco ai prezzi imposti; pescare solo le tipologie di pesce decise, tralasciando le altre; utilizzare i magazzini per lo stoccaggio del pescato e le attrezzature perla pesca (esche in special modo), da loro esclusivamente messi a disposizione e consegnati; titolari delle pescherie sia di Cirò che di Cirò Marina a ricevere e ad acquistare il pesce esclusivamente da loro a prezzi di rivendita decisi dai medesimi. Gli elementi raccolti si sono basati su intercettazioni telefoniche e ambientali, sulle denunce delle persone offese, oltre che su riscontri connessi allo sviluppo di attività di osservazione e pedinamento. La polizia giudiziaria, all’atto della esecuzione della misura, ha effettuato perquisizioni personali e domiciliari.
Nel dettaglio si tratta di 26 misure cautelari in carcere e di 5 agli arresti domiciliari; gli arrestati sono stati rintracciati nei comuni di Cirò Marina, Cirò, Umbriatico, Nova Siri (MT), Trieste, nonché presso le Case Circondariali di Catanzaro e Ancona dove 2 dei destinatari erano già detenuti per altro motivo