«Così a Roma e provincia, grazie all’impegno investigativo degli uomini della Polizia di Stato, vengono sequestrati 173 immobili, per un valore stimato di 120 milioni di euro. A danno di famiglie storiche della ‘Ndrangheta reggina: Morabito, Ligato, Mollica, Velonà e Scriva, operanti sul territorio romano dagli anni ’80. Cioè da quasi 40 anni». Lo scrive con un post su Facebook il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Nicola Morra, in merito all’operazione portata a termine dalla Polizia nella Capitale. «Se si pensa – continua Morra – che c’era ancora, fino alla sentenza d’appello per il processo “Mondo di mezzo”, chi negava la presenza della Mafia nella Capitale, capiamo perché il tumore ‘Ndrangheta si sia così diffuso. Chi non vuol vedere, non vede. O, meglio, chi non vuol vedere abbassa lo sguardo. I cittadini però guardano negli occhi i loro interlocutori. Anche se sono mafiosi! Forza!»
«Accendere la luce su queste realtà è molto importante, il territorio della provincia di Roma si trova di fronte ad un quadro variegato e composito, dove logiche criminali, strutture mafiose tra loro indipendenti e variabili culturali si alternano e si mescolano in una pluralità di relazioni tutte meritevoli di ulteriori approfondimenti». Lo scrive sempre su Facebook il sottosegretario agli Interni Luigi Gaetti. «Siamo in prima linea per rilanciare il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia e alla criminalità organizzata – continua Gaetti – è un valore culturale, etico ed educativo che abbiamo il dovere di compiere con forza. È importante stimolare e valorizzare, attraverso la destinazione dei beni confiscati, la fattiva e quotidiana collaborazione dei cittadini nella gestione cooperativa dei beni stessi. Lo Stato è presente, grazie a tutte le Forze di Polizia».