La prima sezione della Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso degli avvocati Giancarlo Pittelli e Francesco Verri, ha annullato l’ordinanza a carico di Leonardo Sacco relativamente a tutte le accuse di malversazione che gli vengono addebitate. Si rende quindi necessario un nuovo giudizio davanti al Tribunale della Libertà per tutti i capi d’imputazione con i quali si contesta a Sacco, in concorso con don Edoardo Scordio e altri, di aver utilizzato le risorse pubbliche destinate ai migranti per altri scopi in modo da creare fondi per la cosca. Tanto è vero che le accuse di malversazione sono tutte aggravate dall’articolo 7 della legge del 91 che prevede un aumento di pena per l’agevolazione mafiosa. Stessa sorte ha avuto il ricorso di Antonio Poerio, classe 1971, presentato dagli avvocati Pittelli e Pino Napoli.
Le impugnazioni per il resto sono state respinte, compresa quella di associazione mafiosa, ma per Sacco gli avvocati Verri e Pittelli avevano coltivato, oltre al tema delle malversazioni, solo l’omessa motivazione da parte del Tribunale del Riesame.
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