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Operazione “Maestrale”: dalle scelte dei dirigenti Asp di Vibo alle estorsioni ai coltivatori di cipolla rossa.

Documentate infiltrazioni nell’amministrazione comunale di Cessaniti e truffe nel sistema dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati

Dall’ingerenza nella scelta dei dirigenti medici dell’Asp, alle infiltrazioni nell’amministrazione comunale di Cessaniti; dalle truffe nel sistema dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, alle estorsioni ad attività turistiche ed ai coltivatori della Cipolla Rossa IGP di Tropea; dalle attività turistiche gestite in regime di monopolio, all’intermediazione nella compravendita di fondi agricoli. L’operazione “Maestrale – Carthago” – condotta dai Carabinieri di Vibo Valentia e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro – conferma la pervasività della ‘ndrangheta vibonese in ogni aspetto della vita economica della provincia. 61 fermi di indiziato di delitto, 167 persone indagate (33 delle quali già detenute), 5 regioni italiane coinvolte; in un’inchiesta che ha mappato la geografia della criminalità organizzata nei comuni di Mileto, Filandari, Zungri, Briatico e Cessaniti, ricostruendo ruoli, compiti e dinamiche, ed evidenziando la sua forte vocazione economico – imprenditoriale e la sua capacità di intessere rapporti con “colletti bianchi”, esponenti politici e rappresentanti delle pubbliche amministrazioni.

Durante le indagini i Carabinieri hanno documentato un importante summit di ‘ndrangheta tenuto durante un ricevimento nuziale; dal “Crimine” della “Provincia” venivano date indicazioni su come le diverse famiglie malavitose del vibonese dovevano spartirsi i proventi illeciti e dirimere eventuali controversie.

Le famiglie avrebbero anche condizionato e indirizzato le scelte di alcuni dirigenti medici dell’Asp di Vibo Valentia, facendo valere il loro peso “contrattuale” ed elettorale. La locale di Mileto, invece, si sarebbe infiltrata nella gestione del servizio di vettovagliamento per gli ospedali di Vibo Valentia, Serra San Bruno e Tropea. Sempre in ambito medico, ad un dirigente dell’Asp è stato contestato il rilascio di perizie compiacenti in favore di affiliati detenuti. Ad un sanitario del Dipartimento di Veterinaria, invece, l’ipotesi di violenza privata aggravata dal metodo mafioso: si sarebbe rivolto ad un capo locale per far desistere un collega dal presentare una denuncia nei suoi confronti.

Ancora, le infiltrazioni nell’amministrazione comunale di Cessaniti, dove un funzionario è accusato di aver “aggiustato” un concorso pubblico, per assumere un dirigente ritenuto vicino alla locale di Zungri.

Gli interessi dei clan si sono, poi, concentrati sui fondi destinati al sistema dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, mettendo in piedi una truffa da circa 400mila euro. Criminalità organizzata, colletti bianchi e pezzi della società civile avrebbero costituito società cooperative di comodo per conseguire il denaro proveniente dal fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.

Ricostruito anche un sistema di estorsioni nell’ambito della raccolta dei rifiuti, a danno dei coltivatori della Cipolla Rossa IGP di Tropea e di attività commerciali del settore turistico- alberghiero della Costa degli Dei. Attraverso la creazione di più società per la navigazione da diporto, i clan avrebbero di fatto creato un regime monopolistico a tariffe imposte. Riscontrata, infine, nell’area di Cessaniti, Filandari e Briatico una presunta attività di illecita intermediazione nella compravendita di fondi agricoli fra privati, attraverso l’invasione di terreni, la minaccia e il pascolo abusivo.

 

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