Quarant’anni, un’infinità. Sono passati quarant’anni dalla morte di Rino Gaetano, cantautore e – secondo alcuni – esponente del filone nonsense. Ma un senso c’era. Rino non è stato capito, Rino era quello di “Gianna”, quello della rima “ufo-tartufo”, spensierato ed autore di canzonette. Non è così. Rino Gaetano ha raccontato il Sud, gli ultimi, gli emarginati, ha scanzonato i potenti. Vero, è andato a Sanremo – un’autentica eresia per quegli anni e per chi proveniva da un determinato ambiente musicale, ma ci è andato con “Gianna” (anche se lui avrebbe voluto partecipare con “Nuntereggae più”, ma la casa discografica spinse per la prima). E’ stato il primo a dire la parola “sesso” in una canzone sul palco del teatro Ariston: fa sorridere una cosa del genere, visto che siamo abituati alle esibizioni di Achille Lauro, ma nel 1978 – e in Rai – certe parole non si potevano dire….
Rimangono le sue canzoni, le sue parole, la sua voce graffiante, stonata, ma unica, riconducibile solo a lui. Riuscì a pubblicare solo sei album, e forse il potenziale in quei dischi non arrivò a tutti negli anni tra il 1973 ed il 1981. Rino è stato riscoperto tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000, la sua Crotone ne ha fatto una bandiera, un portavoce, nonché un vanto. Oggi proprio per la nostra città è una giornata importante poiché, finalmente, si torna a celebrare quel “figlio unico” di questa terra. Sono in programma due iniziative: la prima organizzata dalla Provincia, dalla fondazione “Una casa per Rino” e dalla Lega Navale italiana, nella sede di quest’ultima, dove sarà illustrato il progetto per l’esposizione dell’ukulele; la seconda è il concerto “Sotto i cieli di Rino”, organizzato dal Comune alla Villa Comunale, che vedrà l’esibizione di vari artisti crotonesi. Le due iniziative sono collegate, e segnano una sorte di ripartenza, nel segno di Rino Gaetano.