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Sanità Deviata e Ammalata: ci sono politici venduti, manager e funzionari pubblici infedeli, privati disonesti? Colpire a fondo!

Drammatiche le dichiarazioni del commissario Longo audito dall'Antimafia: la ‘ndrangheta è presente nella sanità calabrese

Due notizie, in queste ultime ore, hanno riacceso ancora una volta le luci su un enorme dramma della Calabria: la Sanità Deviata e Ammalata. Sotto questa definizione includiamo tutte le figure di reato contestate o punite con sentenze definitive, lo sfruttamento illecito o lo spreco di immense risorse finanziarie collettive, le degenerazioni, le infiltrazioni mafiose, le nefaste collusioni di personale pubblico infedele amministrativo o sanitario, gli errori gravi e gli abusi di politici clientelari e di manager inquinati, gli appetiti nauseabondi di privati senza scrupoli. La Sanità Deviata e Ammalata della Calabria, messa in luce in tanti anni da numerose inchieste giudiziarie, è il più grande cancro di una Regione che dedica a questo settore strategico la gran parte del proprio bilancio annuale.
La Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha reso noto, proprio oggi, che sotto il coordinamento della competente Procura della Repubblica e in merito alle indagini relative a doppi pagamenti erogati dalla locale Asp in favore di una clinica privata di Siderno in regime di convenzione, si è approdati alla richiesta di rinvio a giudizio per 19 soggetti fra i quali responsabili apicali pro tempore e funzionari della stessa azienda sanitaria. Inoltre, a carico del rappresentante legale e del socio di fatto della struttura privata di Siderno è stata contestata l’ipotesi del reato di autoriciclaggio. Un’inchiesta complessa e molto articolata, che ora passa alla valutazione dei giudici e dei vari gradi di giudizio che valuteranno le eventuali responsabilità di tutti gli indagati. Inoltre la Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha comunicato che dietro decisione del Tribunale della Città dello Stretto, e sempre in riferimento alla questione della duplicazione dei pagamenti, si è provveduto al sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili per un valore di oltre 4 milioni di euro. La giustizia farà ancora una volta il proprio corso e scriverà la verità processuale su quest’ennesima delicata inchiesta che in Calabria si è occupata di sanità e di servizi sanitari.
Poche ore prima il commissario ad acta della sanità calabrese, Guido Longo, audito dalla Commissione nazionale antimafia presieduta dal senatore Nicola Morra, ha pronunciato parole drammatiche: “Non da adesso ma da parecchi anni a questa parte nella sanità calabrese la ‘ndrangheta è stata presente e per certi verso lo è ancora oggi, lo dimostrano recenti indagini della Dda di Catanzaro e Reggio Calabria. Purtroppo è successo e sta succedendo che la ‘ndrangheta è presente nella sanità calabrese. Non si può omettere di riferirlo e non si può limitare a casi eccezionali”.
Che dire di più? Le Procure calabresi e le forze dell’ordine stanno lavorando a pieno regime per scoperchiare i tanti pentoloni maleodoranti di un sistema sanitario calabrese che ha messo in ginocchio la Calabria, che ha negato ai cittadini diritti costituzionalmente garantiti, che ha provocato disagi e danni enormi a migliaia e migliaia di pazienti e ai loro familiari, al personale sanitario o amministrativo che fa puntualmente il proprio dovere, all’imprenditoria privata che lavora sodo ed è svantaggiata dal marciume che troppo spesso viene a galla, alla politica corretta e ai manager scrupolosi. Ma c’è da chiedersi: la Sanità Deviata e Ammalata calabrese ha anche votato nei diversi appuntamenti elettorali? La Sanità Deviata e Ammalata calabrese ha sostenuto elettoralmente (e solo con i voti?) questo o quel politico o amministratore locale ritenuto “vicino”, o “utile”, o “funzionale”? Ha appoggiato, corrotto o comprato soggetti in grado di decidere e condizionare? Si è infilata nella macchina burocratica quando ha potuto confrontarsi con personale infedele e ingordo? La Sanità Deviata e Ammalata calabrese è un tumore da estirpare individuando le responsabilità di quella minoranza che ne ha tratto benefici enormi a danno di un’intera collettività. Occorre colpire a fondo, anche con iniziative di natura patrimoniale, quei politici che si siano eventualmente venduti, i manager e i funzionari pubblici infedeli, i privati disonesti. Codici alla mano, serve una reazione esemplare dello Stato.

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