giovedì, 07 dicembre 2023

Sfruttamento di 79 lavoratori: sequestrati 665mila euro a noto gruppo imprenditoriale lametino (VIDEO)

Avrebbero imposto ai lavoratori di rinunciare a parte delle ferie, alle indennità per impiego nei giorni festivi e alle ore di straordinario, pena la mancata assunzione

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno eseguito un sequestro preventivo nei confronti di due imprenditori, amministratori di diritto e di fatto di tre società di capitali, una delle quali ora fallita, operanti nel Lametino nel settore della grande distribuzione, indagati per il reato di sfruttamento del lavoro ai danni di 79 dipendenti, per fatti accaduti tra il 2016 e il 2017. In particolare – riferisce una nota delle fiamme gialle – è stato disposto il sequestro di somme di denaro e beni per 665.000 euro nei confronti degli indagati e delle società. L’operazione giunge all’esito di complesse e articolate indagini, avviate d’iniziativa dal Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme e proseguite sotto la direzione e il coordinamento della Procura della Repubblica di Lamezia Terme. Dalle attività investigative – riferisce la Guardia di Finanza – sono emersi gravi indizi di reità a carico degli indagati: in particolare, avrebbero impiegato manodopera per lo svolgimento dell’attività di azienda, sottoposta a condizioni di sfruttamento, corrispondendo retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali, violando la normativa relativa all’orario di lavoro ed approfittando del loro stato di bisogno derivante dall’assenza di ulteriori opportunità occupazionali. Gli indagati avrebbero imposto ai lavoratori di rinunciare a parte delle ferie, alle indennità per impiego nei giorni festivi e alle ore di straordinario, pena la mancata assunzione. Tale condotta avrebbe consentito agli imprenditori di trarre gli illeciti profitti oggetto di sequestro preventivo. Le indagini sono risultate particolarmente complesse e difficoltose sia per l’iniziale scarsa collaborazione di molti dipendenti, timorosi delle ritorsioni dei datori di lavoro, sia perché formalmente le buste paga non presentavano palesi irregolarità.