Niente consegna delle chiavi delle Terme Luigiane ai sindaci di Acquappesa, Giorgio Maritato, e Guardia Piemontese, Vincenzo Rocchetti, da parte della Sateca, almeno per ora. Lo hanno impedito i lavoratori, un centinaio dei quali ha protestato pacificamente davanti alla sede della delegazione comunale di Guardia Piemontese marina, dov’era in programma una riunione che, se si fosse conclusa con la restituzione degli immobili, per i dipendenti delle Terme avrebbe rappresentato la perdita di ogni speranza di risolvere la vertenza che li riguarda, e che a fine 2018 ha fatto segnare il suo punto più drammatico con l’arrivo delle lettere di licenziamento per tutto il personale. I vertici della società di gestione erano stati convocati per l’avvio della procedura di restituzione dei beni, ma i lavoratori hanno impedito loro di partecipare alla riunione. Dopo l’altolà, si è deciso di convocare, seppure tardivamente, un tavolo tecnico alla Regione Calabria durante il quale i due comuni dovranno formulare le loro proposte per evitare la definitiva cessazione dell’attività termale e per salvare i 250 posti di lavoro. Per il presidente del comitato dei lavoratori delle Terme, Giuseppe Ticci, finora non s’intravedono spiragli nella centrale questione della trasformazione della concessione per l’uso delle acque termali ai due comuni, e le ipotesi di soluzione prospettate sono state sempre poco chiare o addirittura pasticciate. La riunione tra Regione e comuni è forse l’ultima spiaggia per trovare un accordo in grado di superare lo stallo attuale: la stagione 2019 è ormai più che compromessa, come testimoniano le numerosissime disdette delle prenotazioni, ma il danno potrebbe diventare catastrofico se la chiusura diventasse definitiva, determinando una crisi senza precedenti per l’ampio comprensorio, che finirebbe per perdere le strutture e le attività commerciali nate a supporto ed in ragione delle prestazioni sanitarie erogate delle Terme