Fondi per l’agricoltura e per lo sviluppo rurale tolti alle regioni del Sud per essere suddivisi tra quelle del Centro-Nord. È una proposta giudicata incomprensibile, e contro ogni criterio stabilito dall’Unione europea quella avanzata dalle regioni del centro-nord e avallata dal ministero per le Politiche agricole. Un’ipotesi di revisione dei criteri con cui ripartire tra le diverse regioni i Fondi europei per lo Sviluppo rurale, contro la quale stanno protestando vivacemente le sei regioni del Sud Italia tra cui la Calabria.
La ripartizione farebbe perdere a Umbria, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia qualche centinaio di milioni di euro in due anni, a tutto favore delle regioni del Centro-Nord. Questo, però, stride con le indicazioni dell’Unione Europea, secondo cui questi fondi devono essere adoperati per ridurre il divario tra regioni, che storicamente è a sfavore di quelle del Mezzogiorno.
La Calabria – spiega l’assessore regionale ad Agricoltura, Caccia, Pesca e Forestazione, Gianluca Gallo – sarebbe tra le regioni meno penalizzate da questa revisione, ma qui la questione è politica e d’appartenenza. Tanto più che le sei regioni penalizzate, da sole rappresentano il 60% delle aree italiane interessate dal Piano di sviluppo rurale.
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