venerdì, 01 dicembre 2023

Traffico di rifiuti, arrestati quattro membri della famiglia Cara di Reggio Calabria (Video)

Nonostante il sequestro delle rispettive aziende che si occupano di raccolta di rifiuti, e dell’area su cui questi rifiuti (anche speciali) erano stati illecitamente stoccati, avrebbero “continuato ad esercitare l’attività illecita di stoccaggio e movimentazione dei rifiuti speciali nel sito posto sotto sequestro”.

Devono rispondere di reati in materia ambientale e di violazione di sigilli le quattro persone – tutte appartenenti allo stesso nucleo familiare – arrestate dai Carabinieri su disposizione della Procura della Repubblica di Reggio Calabria.

Si tratta di Stefano Cara (72 anni), Giuseppe Terzo Cara (50), Domenico Cara (33) e Emiliano Antonio Cara (32), tutti membri della famiglia che da anni opera nel settore della raccolta di rifiuti speciali, pericolosi e non.

L’indagine che ha portato agli arresti, è scaturita da un controllo effettuato il 29 gennaio 2014 presso la ditta individuale “Cara Stefano” e l’impresa “Cara Ecologica Srl”, da parte del Nucleo investigativo dell’allora Corpo Forestale dello Stato. Dal controllo emerse che le ditte avevano sede legale ed amministrativa in un’area vicina all’aeroporto di Reggio Calabria e, pertanto, in una zona sottoposta a particolare tutela ambientale ed a vincolo paesaggistico ed aeroportuale. Una zona “assolutamente inidonea – scrivono gli inquirenti – allo svolgimento di tale attività imprenditoriale”. Nonostante questi vincoli, emerse come le due ditte “stoccassero ugualmente un’ingente quantità di rifiuti speciali pericolosi e non, di diversa tipologia e natura, il tutto in assenza di un qualsivoglia titolo autorizzativo”.

Le indagini, corroborate da intercettazioni e videoriprese, portarono nel mese di luglio 2014 al sequestro preventivo d’urgenza delle due aziende, oltre che dell’area su cui queste “operavano il traffico illecito di rifiuti”. Una misura tutt’ora in vigore, che però non avrebbe dissuaso I membri della famiglia Cara dal proseguire nella loro attività. “I membri della famiglia Cara – scrivono ancora gli inquirenti – continuavano ad esercitare l’attività illecita, non solo in totale spregio della normativa ambientale, ma anche incuranti del provvedimento dell’Autorità giudiziaria, come disvelato dall’attività tecnica-info-investigativa condotta dal Nucleo investigativo”.

Proprio queste indagini, infatti, avrebbero permesso di constatare come i Cara reiterassero le condotte già contestate loro in materia ambientale, “macchiandosi, altresì, di ulteriori reati quali ripetute violazioni di sigilli e sottrazione di cose sottoposte a sequestro”. Per di più si sarebbero avvalsi di una nuova ditt (la Karaeco) intestata a Valentina Cara – anch’essa indagata quale presunta partecipe dell’associazione – “per dare una parvenza di liceità al loro operato, salvo poi utilizzare i mezzi intestati alla ditta per proseguire nell’attività di stoccaggio e movimentazione dei rifiuti speciali nel sito in sequestro, indifferenti al vincolo”.

Dalle indagini condotte dal Nipaf del Gruppo Carabinieri Forestale di Reggio Calabria, è scaturita la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio, che ha portato ai quattro arresti di questa mattina. Disposto anche il sequestro preventivo della ditta Karaeco, dei relativi conti correnti bancari e postali e di tre automezzi intestati alla stessa azienda, oltre che di altri 11 automezzi intestati o in uso a soggetti che a vario titolo e in diverse epoche avrebbero concorso ai reati contestati.