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Traffico internazionale di droga, arrestato il latitante Luciano Camporesi: era irreperibile dal 2018

L'uomo è stato condannato a 22 di carcere nell'ambito dell'inchiesta "Pollino - European ‘ndrangheta Connection"

Lo scorso 11 novembre, in Turchia, è stato catturato il latitante Luciano Camporesi, di 47 anni, condannato a 22 anni ed 8 mesi di reclusione per traffico internazionale di sostanze stupefacenti, all’esito del processo di primo grado celebrato al Tribunale di Locri. L’uomo era irreperibile dal 5 dicembre 2018, allorquando si era sottratto all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione “Pollino – European ‘ndrangheta Connection”, coordinata dalla DDA di Reggio Calabria.

Nelle scorse settimane – riferisce una nota della questura reggina – l’attività investigativa è stata indirizzata verso la Turchia, grazie alle informazioni fornite dalla Direzione Investigativa Antimafia, che, nell’ambito di attività condotte dal Centro Operativo di Palermo, ha acquisito elementi concreti, condivisi con il Servizio Centrale Operativo e la Squadra Mobile di Reggio Calabria, tali da localizzare il latitante, almeno fino al 2021, in territorio turco. Attraverso l’Unità I-CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia, sono state attivate le autorità turche, a cui venivano fornite le informazioni in possesso degli investigatori italiani.

Sulla base degli spunti forniti, nella notte tra l’11 ed il 12 novembre scorso, personale del Dipartimento Intelligence e della Criminalità Organizzata e Anticontrabbando della Polizia turca, ha rintracciato e tratto in arresto Camporesi, rintracciato in un appartamento nella città di Antalya, in possesso di documenti falsi.

Il ruolo centrale di Camporesi era stato ricostruito nell’inchiesta Pollino – European ‘ndrangheta Connection, che si concluse nella fase delle indagini preliminari, con l’arresto di 70 soggetti indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione, violazioni della normativa sulle armi, trasferimento fraudolento di beni, simulazione di reato, fraudolento danneggiamento di beni assicurati, riciclaggio, autoriciclaggio e favoreggiamento personale.

In particolare Camporesi – riferisce sempre la Polizia – è ritenuto, ed è stato condannato in primo grado in tale veste, partecipe dell’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e proprio in tale contesto aveva instaurato stretti rapporti di collaborazione criminale con i coindagati calabresi Domenico Pelle (della omonima cosca di San Luca) e Giovanni Gentile, con cui si era incontrato, nel mese di aprile del 2017 per pianificare l’arrivo in Italia di ingenti carichi di sostanze stupefacenti (cocaina ed hashish), utilizzando come vettori sia navi commerciali che una sua imbarcazione che navigava per effettuare ricerche petrolifere in mare, e, per questo autorizzata a percorrere liberamente molteplici rotte senza destare sospetto.

Nel prosieguo delle indagini, grazie alla cooperazione internazionale tra la D.E.A. americana e la Direzione Centrale dei Servizi Antidroga è emersa la riconducibilità del latitante della imbarcazione “Remus”, battente bandiera panamense ed equipaggiata con personale di origine “montenegrino”, a bordo della quale, in data 13 agosto 2018, il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza – G.I.C.O. di Palermo, ha sequestrato 20.140 Kg di hashish, arrestando, in flagranza di reato, l’intero equipaggio della nave composto da 11 soggetti, tutti di nazionalità montenegrina.

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