La città di Bagnara (costa tirrenica reggina) vanta una grande tradizione dolciaria, con particolare riferimento ai torroni. Le versioni di torrone che hanno ottenuto il riconoscimento Igp, così come si legge sul disciplinare, sono due: Martiniana (che è coperta con zucchero in grani, di colore marrone) e Torrefatto glassato (coperto con cacao amaro, lucente e liscio, di colore marrone scuro). Al momento dell’immissione al consumo ha forma a parallelepipedo rettangolare, con spigoli smussati, lungo da 4 a 12 cm., largo da 1,5 a 2,5, alto da 1,5 a 2,5, e un peso che varia dai 14 ai 35 grammi. All’interno il colore è marrone, in entrambi i casi, con presenza diffusa di mandorle, è croccante e friabile. Il disciplinare di produzione specifica in modo analitico l’uso delle materie prime (zucchero, miele di agrumi o millefiori chiaro o sulla, mandorle non pelate dolci, cacao amaro in polvere, albume d’uovo, vanillina, oli essenziali di agrumi) per entrambe le specialità, Martiniana o Torrefatto glassato. Il Torrone di Bagnara Igp non può contenere conservanti o coloranti. Il confezionamento deve avvenire entro un massimo di 4 ore dal raffreddamento. “Il legame culturale del prodotto al territorio – si legge nel disciplinare – è evidenziato dalla tradizionale presenza del ‘Torrone di Bagnara’ tra i dolci tipici delle feste di Natale. Con il passare del tempo il suo consumo si è esteso anche agli altri mesi dell’anno. A cementare questo legame si tiene ogni anno alla fine di novembre la tradizionale ‘Festa del Torrone’, che contribuisce a perpetuare la fama del prodotto”. Sempre a proposito di legame con il territorio, l’articolo 6 del disciplinare di produzione afferma: “Il Torrone di Bagnara ha acquisito nel tempo una grande reputazione sia per le sue qualità distintive che per le peculiarità del processo produttivo. Esso infatti presenta delle caratteristiche organolettiche uniche, che sono il frutto della composizione e del perfetto dosaggio degli ingredienti, ma soprattutto del sistema di cottura di base a fuoco vivo e ad alte temperature sul quale si innestano successive procedure di affinamento del tutto particolari, laddove gli altri torroni sono il risultato di cotture “a bagno maria” e comunque a basse temperature”.
(tratto da “Dop e Igp di Calabria” – Localgenius.eu)