Una tragedia che ha scosso l’intera comunità crotonese, e dopo trecentosessantacinque giorni fa anche male al solo pensiero. Un anno fa – e quel giorno era anche domenica – per un incidente durante alcuni lavori di collegamento di una rete fognaria, persero la vita il medico-imprenditore Massimo Marrelli, e tre operai – Santo Bruno, Luigi Ennio Colacino e Mario Cristofaro. I quattro, insieme ad altri quattro colleghi, erano all’interno del giardino della villa di Marrelli – ad Isola Capo Rizzuto – sin dalla serata, poiché stavano lavorando allo scavo di una condotta fognaria, quando furono travolti e seppelliti da un muro di terreno spostato ai lati. Purtroppo non ci fu nulla da fare. Era stato un weekend di pioggia, e quella domenica fu resa ancora più grigia dalla perdita di quattro lavoratori. Per Massimo Marrelli fu allestita la camera ardente all’interno del Marrelli Hospital, la clinica per la quale aveva combattuto e si era battuto fino all’ultimo giorno; i funerali furono celebrati nella Basilica Cattedrale di Crotone dal vescovo di Lamezia Terme, mons. Luigi Cantafora. Una chiesa stracolma di gente, ma sopratutto c’erano tutti i collaboratori del gruppo imprenditoriale, stretti intorno al dottore.
Una tragedia dalla quale, non solo la famiglia, ma anche la comunità ha fatto fatica a rialzarsi, perché ha assistito all’ennesimo incidente sul lavoro, dove a perdere la vita furono quattro lavoratori e padri di famiglia, persone che ogni mattina si alzavano per andare a lavoro e contribuire alla crescita di questo territorio maltrattato e pieno di problemi. E’ passato un anno, ma il ricordo è ancora fresco. Anche se oggi su Crotone splende il sole, rimane la pioggia di lacrime per l’ennesima catastrofe. C’è voluto un po’ di tempo per riprendere tutto in mano, e continuare a vivere e lavorare, ma bisogna proseguire il cammino e giungere all’obiettivo.
Giuseppe Laratta