Un attentato contro Nicola Gratteri, da mettere a segno lungo il tragitto tra casa e la Procura di Catanzaro che dirige. L’allarme arriva dal Sudamerica, svelato da Il fatto quotidiano; a farlo scattare, una comunicazione intercettata dai servizi segreti di un Paese straniero. Un dialogo che farebbe riferimento all’utilizzo di un ordigno controllato da remoto, col quale i clan calabresi starebbero organizzando un attentato nel quale far saltare in aria il Procuratore di Catanzaro. E al centro ci sarebbero le indagini che stanno mettendo in “pericolo” gli affari sporchi dei clan di ‘ndrangheta in Sudamerica e negli Stati Uniti.
Ricevuta l’informazione dai Servizi segreti, il ministero dell’Interno ha rafforzato la scorta al magistrato, con l’aggiunta di altre tre autovetture blindate, una delle quali munita di un meccanismo che serve per inibire le frequenze utilizzate per le trasmissioni radio e cellulari, e dunque per disturbare l’eventuale attivazione di ordigni. Aumentati anche i dispositivi di sicurezza nei pressi degli uffici di Procura.
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