Capocolonna sta franando. No, non abbiamo fatto la scoperta del secolo, ma è una problematica che si trascina da troppo tempo, e solo nelle ultime settimane – “grazie” all’alluvione che ha colpito il Crotonese un mese fa e che ha prodotto l’ennesima frana sul promontorio di Hera Lacinia – la tematica è ritornata alla ribalta.
Eppure, tra il 2005 ed il 2013, la Regione Calabria ha varato il Masterplan della fascia costiera calabrese, un programma di interventi per la difesa del suolo e l’erosione delle coste, figlio di un accordo di programma quadro con il Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero dell’Ambiente, dove erano stati programmati 15 interventi per un totale di oltre 40 milioni di euro (40.572.794,93) di finanziamento complessivo, da realizzare in 15 delle 21 macro-aree di analisi individuate dall’Autorità di Bacino Regionale, che presentano una maggiore criticità complessiva in relazione al rischio di erosione costiera, ricostruita sulla base di criteri di priorità e di selezione. I fondi erano stati stanziati dalla Delibera CIPE n. 87 del 3 agosto 2012 “Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), e del POR Calabria FESR 2007/2013 – Linea di Intervento 3.2.2.3, “Azioni per la messa in sicurezza delle aree a rischio erosione costiera e per il ripascimento e la ricostituzione delle spiagge”.
Il Master Plan pubblicato è stato approvato il 25 luglio 2013 dal Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino nell’ambito delle attività propedeutiche all’aggiornamento del PAI – Rischio di Erosione delle Coste e successivamente, in veste aggiornata, nelle seduta del 27 novembre 2013. In data 22 luglio 2014 è stato approvato dal Comitato Istituzionale e il 27/10/2014 la delibera di approvazione è stata pubblicata sul BURC.
Per capirci meglio, su quanto sta avvenendo a Capocolonna, abbiamo intervistato il geologo Giuseppe Pirillo.
Giuseppe Laratta