L’incontro, interessantissimo, presso il Parco Pitagora di Crotone, verteva sul tema della legalità in relazione alla valorizzazione del patrimonio culturale, tanto più a poche settimane dalla restituzione dei reperti archeologici trafugati in Italia, Ecuador e Perù e recuperati tra Italia e Gran Bretagna nell’ambito dell’inchiesta “Achei”. Ma il motivo della straordinaria partecipazione di pubblico è senza dubbio ascrivibile alla presenza del procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, il quale ha fatto un amaro parallelismo su un Paese abitato da civiltà evolute che hanno fatto compiere all’Umanità intera progressi fondamentali e che ora accusa una regressione dovuta, secondo il magistrato, ad arroganza e cupidigia. Ed anche a conformismo ed ipocrisia, giacchè nei confronti dei magistrati più esposti, ieri Falcone e Borsellino, oggi lui, Di Matteo ed altri, continua l’opera melliflua di incensamento pubblico e delegittimazione privata.
Una domanda sul corteo diretto verso l’albero di Falcone bloccato dalla Polizia e disperso a colpi di manganello rivela come Gratteri la pensi sulle proteste degli ultimi mesi dei ragazzi di Ultima Generazione.
Sulla nomina di Chiara Colosimo alla guida della Commissione Antimafia, che ha diviso irreversibilmente le forze politiche a causa di un album di famiglia dal quale sono state rimosse o negate frequentazioni discutibili, il procuratore di Catanzaro preferisce sospendere il giudizio: che sarà legato all’azione di stimolo che l’organismo parlamentare deve compiere nei confronti della magistratura e sull’emersione dei rapporti tra mafia ed istituzioni.