L’inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro, e che ha portato all’arresto di 56 persone, ha evidenziato, secondo gli inquirenti, la “piena operatività delle articolazioni di ‘ndrangheta egemoni sulla ‘Costa degli Dei’, in provincia di Vibo Valentia, e federate alla cosca Mancuso, delineando strategie, aderenze ed “entrature” a vari livelli per acquisire posizioni nel settore turistico. In particolare emerge l’operatività della ‘ndrina La Rosa, attiva prevalentemente nell’hinterland di Tropea con un “pervasivo controllo del territorio” e una “consolidata prassi estorsiva” a danno di strutture ricettive e di cantieri di edilizia pubblica e privata, con la consegna di “pizzini” e di denaro contante. Documentata anche la piena sinergia di azione con la cosca Mancuso e con esponenti di vertice della ‘ndrina Accorinti di Zungri nella fase di subentro di un tour operator estero nella gestione di un villaggio turistico di Pizzo. Il tutto attraverso l’opera di infiltrazione negli asset imprenditoriali attraverso una clausola contrattuale ideata per dissimulare il versamento di tangenti e il progressivo subentro nella fornitura di beni e servizi. In questo contesto è emerso il ruolo di una serie di intermediari preposti a garantire l’accreditamento dell’investimento estero e l’attuazione del progetto grazie ad una serie di aderenze con soggetti vicini al management del Dipartimento Turismo della Regione Calabria, allo scopo di favorire l’aggiudicazione di fondi pubblici. Documentata, infine, anche l’esistenza di un sodalizio dedito al traffico internazionale di mezzi d’opera asportati in Italia e destinati all’estero (in particolare Malta e Romania).
Anche l’ex direttore generale del Dipartimento Turismo e Beni Culturali – Istruzione e Cultura della Regione Calabria, Pasquale Anastasi, di 72 anni, è finito ai domiciliari nell’ambito dell’operazione. Ad Anastasi, che ha ricoperto l’incarico di dirigente regionale fino al 31 dicembre 2016, viene contestato il reato di traffico di influenze illecite. In particolare, secondo gli inquirenti l’ex dirigente della Regione Calabria, sfruttando la rete relazionale intessuta con i vertici dell’apparato amministrativo dell’ente in anni di lavoro, si sarebbe fatto promettere indebitamente da Vincenzo Calafati, responsabile Tui per la Calabria, nonché presunto referente della ‘ndrangheta del Vibonese per uno specifico affare, ingenti somme di denaro come “consulenza” prestata in favore del Tour operator Tui e della direzione del Tui Magic Life di Pizzo, per attuare una mediazione illecita nei confronti dei vari apparati regionali finalizzata alla predisposizione, pubblicazione e successiva selezione dei vincitori delle procedure di evidenza pubblica già avviate e/o da bandire. Ai domiciliari è finito anche un altro funzionario della Regione Calabria, Rodolfo Bova, di 57 anni.
interviste:
Nicola Gratteri – procuratore capo DDA Catanzaro
Francesco Messina – direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato
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