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VIDEO | Il naufragio dei migranti a Cutro nel messaggio di Pasqua di mons. Angelo Panzetta

«O siamo accoglienti, o non siamo discepoli di Gesù» - ha detto l'arcivescovo di Crotone-Santa Severina

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“La tragedia di Cutro ha evidenziato che né le proposte neo liberiste, né quelle populiste possono dare risposte complete alla vicenda umana del nostro tempo e del nostro territorio. Noi abbiamo bisogno di politici che abbiano a cuore il bene comune. Solo recuperando il bene comune, solo recuperando temi come la destinazione universale dei beni avremo la capacità di affrontare le grandi sfide”. Lo ha detto l’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, monsignor Angelo Raffaele Panzetta, nel suo messaggio per la Pasqua.

“Nella vicenda di Cutro – ha proseguito mons. Panzetta – abbiamo scoperto chiaramente che o siamo accoglienti o non siamo discepoli di Gesù. Ci sono stati segnali pasquali luminosi nella ‘rabbia’ positiva delle nostra gente che non ha accettato quanto accaduto, nell’accoglienza della nostra gente che si è gettata in mare pur di aiutare le persone. Questi segnali positivi li ha visti il Santo Padre che quando ha incontrato i vescovi calabresi ci ha elogiati per lo stile di accoglienza che abbiamo vissuto in questa tragedia ma anche di fronte ai tanti sbarchi che continuano”.

Rispondendo ai giornalisti, il vescovo di Crotone ha rivelato le richieste fatte al governo nell’incontro svolto prima del Consiglio dei ministri tenutosi a Cutro. “Ho chiesto di guardare con attenzione a quanto accaduto perché i diritti umani fossero rispettati. Ho trovato ascolto e impegno a trovare insieme soluzioni che possano far diventare Cutro una tragedia che contribuisca a cambiare le cose. Mi piacerebbe che emergesse una proposta per la questione migratoria che, mettendo insieme le energie migliori e disinteressate del territorio, insieme alle grandi organizzazioni pontificie, possa permettere di immaginare Cutro come luogo per un futuro migratorio meno segnato da stragi e morti. La comunità cristiana non scrive i decreti legge, certamente mette in discussione ogni proposta legislativa nella quale non ci sia al primo posto il rispetto della vita delle persone”.

In merito alla frase di Papa Francesco utilizzata per la targa affissa nel Comune di Cutro nel giorno del Consiglio dei Ministri, mons. Panzetta ha sostenuto che “il rischio in quei giorni è stato che il Papa e la comunità cristiana venissero tirati dalla giacchetta da una parte o dall’altra. Il messaggio del Papa riportato in quella lastra dice una grande verità se collocata nel suo contesto più ampio. Il rischio serio è che, citando un frammento della frase, non tenendo conto del contesto, il testo sia travisato”.

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