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(VIDEO) La teca con i resti della Quarto Savona 15 della scorta del giudice Falcone arriva a Crotone

La Fiat Croma sulla quale morirono gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro sarà nel piazzale del tribunale fino a martedì 31

Rappresenta la stagione delle stragi, i lutti che ha seminato, la violenza cieca delle mafie; ma è anche il simbolo della rinascita, della reazione dello Stato e della parte migliore dei siciliani, del fallimento cui è andata incontro Cosa nostra nel tentativo di affermarsi con la forza. La carcassa di Quarto savona 15, la Fiat Croma che faceva da scorta al giudice Giovanni Falcone quando saltò in aria a Capaci il 23 maggio del 1992, racconta un pezzo di storia dell’Italia. Ma è anche la tomba di tre agenti di Polizia, Vito Schifani, Rocco Dicillo ed Antonio Montinaro, che a bordo di quell’auto scagliata lontano dalla tremenda esplosione persero la vita. Poliziotti, ma ancor prima uomini che avevano fatto una scelta precisa, dando corpo ed anima al giuramento prestato quando avevano indossato la divisa. Quell’auto oggi gira l’Italia per raccontare una storia che non deve essere dimenticata; per fare memoria, ma soprattutto per stimolare l’impegno ed il confronto. E lo ha fatto anche a Crotone, ospite dell’associazione “E’ solidarietà”, attraverso le parole che Tina Montinaro, la moglie del caposcorta Antonio, ha rivolto ai ragazzi riuniti nel piazzale del Tribunale cittadino. “Antonio aveva fatto un giuramento alla Repubblica italiana – afferma – un giuramento di quelli importanti, che non ti fanno fare un passo indietro; non quelle scemenze che fanno i mafiosi, col sangue e le altre sciocchezze. Non cambierei una virgola della mia vita, perché Antonio continua a riempirmi di orgoglio e dignità; grazie a lui io cammino a testa alta, a differenza di altri che devono nascondersi, camminare a testa bassa”. Quindi il richiamo, forte, a non voltarsi dall’altra parte, ad essere parte attiva della lotta alle mafie: “Dovete essere migliori di noi – ha detto ai ragazzi – perché noi non siamo stati bravi; ci siamo voltati dall’altra parte per convenienza, per paura, perché pensavamo non ci riguardasse. Invece voi non dovete permettere a nessuno di rubarvi il futuro, di mangiarsi il vostro territorio, di farvi abbassare la testa. Sono loro che devono andare via da Crotone, non voi”. Alla manifestazione erano presenti tutte le autorità civili, militari e religiose della provincia.

FRANCESCA TRAVIERSO

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