Continuano le polemiche intorno all’ordinanza Regionale (la n° 10 del 5 marzo) che prevede il ritorno alla didattica a distanza da domani 8 marzo «delle scuole statali e paritarie di ogni ordine e grado, nonché delle scuole di istruzione e formazione professionale», documento integrato con un’ulteriore ordinanza (la n°11 del 6 marzo) che prevede la «sospensione, in presenza, delle attività didattiche ed educativa per i servizi educativi per la scuola dell’infanzia, nonché delle ludoteche (a esclusione dei nidi, micronidi e sezioni primavera 0-3 anni)». La decisione del presidente f.f. della Regione Nino Spirlì è stata preso dopo un confronto con l’Unità di Crisi poiché «a partire dalla settimana di monitoraggio 22-28 febbraio 2021 si è registrata una inversione di tendenza nella curva dei contagi regionale, in cui si evidenzia una crescita in termini assoluti nel numero dei nuovi casi confermati settimanali pari al 12,5 %, con trend che si conferma nella settimana in corso».
Sui entrambi i documenti genitori ed associazioni sono sul piede di guerra: a quanto riferito ai nostri microfoni da Emanuela Neri del gruppo composto da famiglie “La forza siamo noi” – partito da Chiaravalle e diffuso poi nelle altre province calabresi, in sinergia con il gruppo “Genitori in rete – Gemina Calabria” – e dall’avvocatessa Francesca Guzzo del comitato di Vibo Valentia “Chiedo per i Bambini”, svariate sono le critiche mosse alle ordinanze regionali. L’obiettivo è quello della difesa del diritto all’istruzione, garantendo la sicurezza nelle scuole: lo spirito che anima i gruppi è quello di aprire le scuole mettendo in campo da parte delle istituzioni tutte le azioni per renderle più sicure (dai trasporti ai dispositivi di protezione individuale), e non chiuderle.
«L’ordinanza non è supportata da dati – ha dichiarato l’avvocato Guzzo – sappiamo benissimo che ci troviamo in una situazione particolare che coglie di sorpresa ogni giorno tutti noi. E’ stata data una cornice in cui muoversi per avere dei punti di riferimento, ovvero l’indice dei contagi individuata con l’Rt: qui da noi (in Calabria n.d.r.) è al di sotto dell’1, ovvero a 0,81, il che vuol dire che abbiamo un dato per il quale non si può assolutamente procedere ad una chiusura così drastica perchè evidentemente non ci sono contagi tali che giustifichino la chiusura. L’eventuale dato allarmante cui il presidente Spirlì ha fatto riferimento prima ancora di averlo a disposizione, non è riconducibile alla scuola: il dato che viene riferito alla scuola, per quanto riguarda i contagi, è del 2%, sostanzialmente stiamo parlando del nulla rispetto alla percentuale generale. Un’altra cosa importante è che chiudere le scuole non risolve il problema: se i genitori, come dice il presidente Spirlì, devono andare a lavorare, questi bambini dovranno stare con qualcuno, verosimilmente con i nonni. La campagna vaccinale nei confronti dei nonni, almeno nella provincia di Vibo, non è stata quasi nemmeno programmata, nel senso che terminerà probabilmente entro il 18 marzo. Porti fuori dalla scuola i bambini per farli stare con i nonni, con il rischio dell’aumento del contagio proprio nei confronti delle persone più esposte, verosimilmente anziane e malate».
Non si tratta, dunque, di dove “parcheggiare” i figli nelle ore in cui i genitori vanno a lavoro: ma, al contrario, di come poter organizzare il tutto evitando possibili contagi alle persone più a rischio. «E’ un problema – ha dichiarato Emanuela Neri – io devo stare a casa. Per fortuna sono una lavoratrice autonoma, ho uno studio professionale, e quindi cercherò di temporeggiare e tamponare stando a casa, oppure facendo fede sui miei genitori che, però, sono anziani e avranno difficoltà a supportare me come tutte le altre famiglie».
A quanto appreso, non è escluso un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale sull’ordinanza di sospensione della didattica in presenza fino al 21 marzo, come già accaduto nei mesi scorsi nella stessa situazione. «Penso proprio di si – ha dichiarato l’avvocato Guzzo – non so cosa faremo noi come comitato perchè ancora ci stiamo organizzando, queste cose “normalmente” escono fuori il venerdì sera quando poi diventa complicato organizzarsi per le famiglie, ma anche per le scuole che devono passare da did a dad e al contrario alla velocità della luce. Mette a disagio ed in difficoltà tutti».
Giuseppe Laratta