Col passare del tempo succede che i compleanni, tra rughe, rimpianti ed acciacchi, inizino a diventare una scadenza fastidiosa, perfino sgradita. Non per le squadre di calcio, non per i loro tifosi. Il Crotone, primi vagiti nel 1910, atto di nascita ufficiale fatto risalire al 2 aprile 1923, ha appena compiuto il secolo di vita, festeggiato approfittando della prolungata sosta dovuta allo slittamento dei playoff, nei quali la squadra di Lamberto Zauli esordirà il 27 maggio prossimo, nel secondo turno della fase nazionale. 100 anni, un terzo dei quali trascorsi in serie C. I tormenti degli anni ’80 e dei primissimi anni ’90 sono il lavacro che precede l’avvento epocale della famiglia Vrenna, che nell’ultimo terzo del percorso raggiunge traguardi mai toccati prima: cinque promozioni in otto anni, la serie B, conquistata per tre volte, diventa il tinello di casa, e nel 2016, con Ivan Juric ed una squadra costruita per una salvezza tranquilla, arriva addirittura la serie A, riconquistata poi nel 2020. Durante la festa organizzata ieri sera in piazzale Ultras si è cercato di mettere insieme i tantissimi pezzi del puzzle rossoblu, coi giocatori della rosa attenti a trarre ispirazione da filmati e ricordi. Così tanti che è complicato scegliere: il presidente Gianni Vrenna, al microfono del collega di Sky, Bruno Palermo, punta sulla vittoria del 21 giugno 200’9 a Benevento che significò la riconquista della serie B, e sul pareggio di Modena del 29 aprile 2016, che diede la certezza aritmetica della promozione in serie A.
Il calcio è fede sportiva che si tramanda, una crudele lezione sulla spietatezza del tempo, ben testimoniata dai messaggi di Jeda ed Ambrosi, Piras e Porchia, Cardinale e Calil. Tutto passa, ma il rovescio della medaglia è che niente va via del tutto. Nato poco prima che suo padre e suo zio diventassero i proprietari della squadra, Raffaele Vrenna è cresciuto mentre il Crotone bruciava tappe e mieteva successi. Poche ore prima della festa di ieri sera, ha ritrovato un idolo della sua infanzia: quando, nel 1998, coi suoi gol trascinava il Crotone alla conquista della C1, Maurizio Balestrieri aveva 29 anni, e l’attuale direttore generale appena 9. Ecco: in un secolo di calcio ci sono centinaia di storie come questa.