Una targa per ricordare il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta – Agostino Catalano, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina, Emanuela Loi e Vincenzo Li Muli – nel giorno del trentesimo anniversario della strage di via D’amelio, in cui persero la vita per mano della mafia, a 57 giorni dall’attentato al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta – Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. La targa è stata posta all’interno del cortile nel palazzo della Provincia di Crotone – intitolato adesso Patio della Legalità – ed è stata scoperta dal prefetto Maria Carolina Ippolito e dal presidente dell’ente intermedio Sergio Ferrari; i ragazzi e le ragazze di Libera hanno posto una corona di fiori. L’area è posta all’esterno della sala già intitolata al magistrato siciliano nel 2011 dall’allora amministrazione guidata da Stano Zurlo. Presenti i sindaci del territorio, i rappresentanti delle forze dell’ordine, della giustizia, associazioni, nonché gli studenti del territorio. Prima della scoperta della targa, vi è stato un momento di confronto sulla giornata.
«A trent’anni da quel 19 luglio 1992 – ha detto Ferrari nel suo intervento – c’è riconferma nella consapevolezza di quanto incisivo è stato compiuto nella lotta alla mafia, sulla scia dell’azione di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. Da allora è iniziata una ribellione nella società, a conferma che la loro azione è stata da esempio, fondamentale ed incisiva. Abbiamo assunto consapevolezza del loro sacrificio, e questa consapevolezza – intrisa di gratitudine – dobbiamo onorarla ogni giorno». «Come amministrazione provinciale – prosegue – abbiamo voluto dedicare il patio antistante a questi valorosi uomini e donne, affinchè il loro sacrificio e la loro testimonianza diventi per noi tutti, e per le nuove generazioni, simbolo di giustizia e legalità. Il patio sarà di tutti i ragazzi e le ragazze delle nostre scuole, delle associazioni: ogni qualvolta avrete bisogno di riunirvi, di realizzare i vostri progetti scolastici, il patio sarà casa vostra, il luogo dove poter stare insieme e crescere».
Il prefetto, nel suo intervento, ha ripreso una dichiarazione rilasciata da Salvatore Borsellino, fratello del giudice, nel quale ha auspicato che «il 19 luglio – ha dichiarato la Ippolito – ci sia 365 giorni all’anno, questo senso di rispetto verso lo Stato, le istituzioni, comportamenti improntati alla correttezza ed alla legalità siano quotidiani, in cui si possano nutrire soprattutto le nuove generazioni. Perchè solo in questo modo potremo auspicare un futuro più sereno soprattutto in questo territorio: l’auspicio è che le coscienze di tutta la provincia si possano ergere nuovamente per poter riscattare questa terra così bella, ma che vive un momento di profondo abbandono».
«Quello che vorrei dire ai giovani – ha dichiarato il procuratore della Repubblica di Crotone, Giuseppe Capoccia, nel suo saluto – è che la storia appiattisce un po’ le cose. Adesso il bianco e il nero, il giusto e l’ingiusto sono chiarissimi: all’epoca non era così, e probabilmente anche i fatti di oggi che stanno accadendo, che ci sembrano confusi, tra 30 anni saranno chiari. All’epoca le idee di Giovanni Falcone erano contrastate da una parte della magistratura: c’erano assemblee – io ricordo perchè vi ho partecipato – che erano contro l’idea della Procura Nazionale Antimafia, che crearono un potere unico». «Manteniamoci sempre con uno spirito critico a guardare la realtà attuale – ha concluso Capoccia – la realtà, purtroppo quando ci scorre davanti, non è mai chiara. Oggi tutti a fare dietrologia sull’attentato a Borsellino: bisogna mantenere uno spirito critico, e per questo serve la freschezza di mente dei giovani. Dobbiamo andare avanti pensando che sono state persone eroiche, che hanno pagato con la vita, ma soprattutto che hanno avuto la forza di affermare le loro convinzioni mentre erano in vita, e di combattere per la loro affermazione».
«Questa giornata ci vede coinvolti perchè dobbiamo svolgere un ruolo semplice ma importante, che è quello di ricordare – ha dichiarato Christian Marino, presidente provinciale della Consulta degli Studenti di Crotone – ricordare per non dimenticare. Non è giusto che siamo solo noi giovani a fare qualcosa; non è giusto che venga scaricato tutto quanto il lavoro sui giovani. E’ vero che abbiamo le energie, la voglia di fare, però» dobbiamo avere «il supporto degli adulti, che hanno esperienza, che possano incanalarci in una strada diversa. Dobbiamo ricordare, ma è giusto che queste cose non riaccadano, che non ci siano altri 19 luglio: questa è stata anche la base» della lettera firmata da quattromila studenti «che abbiamo consegnato al procuratore Gratteri, per dare un forte supporto, ma soprattutto vogliamo fare risvegliare le menti dei giovani affinchè non ci siano altre dati tristi come quella di oggi».
Al tavolo, a portare i saluti anche il presidente della Sezione Penale del Tribunale di Crotone, Massimo Forciniti, ed il referente provinciale di Libera, Antonio Tata.